Contratto scuola: 50 euro netti di aumento. I sindacati non si illudono

Si è svolto l’incontro per il contratto scuola, ma l’unico piccolo vantaggio ottenuto è stato un piccolo aumento di 50 euro netti per la busta paga degli insegnati.

Dopo l’incontro all’Aran per il rinnovo del contratto scuola, ancora nulla di fatto.

Ci sarà un nuovo incontro per la seconda metà del mese. 

Si trattava di un incontro molto atteso sul quale si riversava molta aspettativa. Era il primo incontro dopo lo sciopero generale del 30 maggio scorso, perciò rivendicava, un rinnovo contrattuale soddisfacente almeno per quanto riguarda gli aumenti.

 

50 euro di aumento. L’obiettivo 

L’obiettivo fissato dal Ministro Patrizio Bianchi è di un aumento di 100 euro per ogni docente, tuttavia la reale cifra di partenza è bloccata sulle 90 euro.

Secondo gli ultimi dati, con la risorse attualmente a disposizione si punta a riconoscere al corpo docente un incremento del 3,8%. Quindi si tratterebbe di circa 90 euro lordi, quindi 50-55 euro netti al mese in busta paga. 

Con le risorse per gli arretrati ancora da quantificare, nell’aumento verrebbe compreso l’elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente CCNL 2016/2018. In  quel caso ai docenti erano stati garantiti degli aumenti retributivi medi di circa 96 euro lordi al mese. 

A ciò va ad aggiungersi il taglio cuneo fiscale e i 200 euro decisi dal governo contro l’aumento dei prezzi, previsti nel mese di luglio.

 

50 euro di aumento. Il pensiero dei sindacalisti 

Il governo considera questi 90 euro lordi una cifra di partenza, ma è altresì vero che non bisogna aspettarsi cifre tanto lontane da questa per il rinnovo del CCNL. Cosa che i sindacati sanno molto bene.

Secondo Pino Turi, segretario generale UIL Scuola, c’è bisogno di pagare subito i lavoratori della scuola, poiché sono in credito con lo stato per averli già maturati nel corso di un triennio già scaduto. Dello stesso pensiero Marcello Pacifico, presidente Anief, che esprime l’idea di dare un po’ di “ossigeno” al personale statale.

A giudicare da queste posizioni, l’obiettivo sindacale sembrerebbe quello di chiudere al più presto questo contratto con le (poche) risorse a disposizione. Ovviamente bisognerebbe guardare subito al prossimo CCNL, con la speranza che possa avere migliori risultati.

Anche prima dello sciopero le organizzazioni avevano già detto che quei soldi sarebbero dovuti essere stanziati da ben tre anni e che l’atto di indirizzo fosse fuori tempo massimo.

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