Mario Pittoni, attuale Responsabile del Dipartimento Istruzione per la Lega e precedentemente Presidente della Commissione Cultura al Senato, ha espresso chiaramente la sua posizione contro l’adozione del numero chiuso e della preselezione nei corsi di abilitazione da 60 CFU. Definendoli ostacoli non insormontabili.
Queste dichiarazioni emergono in un contesto di crescente attesa per l’avvio dei percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, che hanno già fatto registrare ritardi significativi rispetto alle scadenze stabilite dal DPCM 60 CFU. Le date limite per il completamento dei corsi erano state fissate al 28 febbraio 2024 per i corsi da 30 CFU e al 31 maggio 2024 per quelli da 60 CFU.
Nonostante ciò, fino ad ora, il Ministero dell’Università e della Ricerca non ha rilasciato il decreto di accreditamento necessario per l’avanzamento del processo, impedendo così alle università di annunciare i bandi relativi a tali corsi.
60 CFU numero chiuso, arriva il no di Pittoni
Mario Pittoni, figura di spicco della Lega, ha nuovamente esposto la sua contrarietà all’introduzione del numero chiuso nei percorsi abilitanti per l’insegnamento. La sua presa di posizione si estende anche alla preselezione, vista come un ostacolo che potrebbe aggravare un processo già complesso.
Nel dettaglio, Pittoni ha delineato cinque principi chiave che, a suo avviso, dovrebbero caratterizzare il prossimo decreto ministeriale:
- la completa abolizione del numero chiuso;
- l’eliminazione della preselezione, per non intralciare l’avanzamento dei percorsi;
- l’inizio contemporaneo di tutti i programmi formativi;
- l’ampliamento delle opportunità formative online, con l’intento di mantenere alta la qualità didattica e allo stesso tempo facilitare l’accesso riducendo i costi per gli studenti lontani dalle sedi universitarie;
- la garanzia che i percorsi siano accessibili per tutte le categorie di insegnamento.
Riduzione del costo dei percorsi abilitanti
Il Responsabile del Dipartimento Istruzione per la Lega, sta conducendo da mesi una campagna attiva sui social network e tramite vari canali mediatici per sostenere le esigenze esposte dalla comunità degli insegnanti in attesa dell’avvio dei nuovi percorsi abilitanti.
Recentemente, in un’intervista, ha affrontato il tema dei costi associati a questi percorsi, sottolineando che attualmente il limite massimo di spesa per i candidati è fissato a 2.000 euro per i corsi da 30 CFU e a 2.500 euro per quelli da 60 CFU.
Pittoni ha, inoltre, suggerito che la concorrenza tra le istituzioni educative, sia statali che non, potrebbe favorire una diminuzione delle quote di iscrizione. Al riguardo, lo stesso ha citato l’esempio dell’Università di Padova – che ha già implementato uno sconto del 10% – come indicazione di questa potenziale tendenza verso prezzi più accessibili.
L’obiettivo è, quindi, quello di trovare una soluzione rapida per non aggravare la situazione di chi intende intraprendere la carriera didattica. Puntando su processi trasparenti e sull’accessibilità economica dei programmi offerti.