Mentre l’attesa per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo definitivo del DPCM 60 CFU, e il conseguente lancio dei percorsi formativi abilitanti, continua, emergono preoccupazioni significative tra gli aspiranti docenti. In particolare, coloro che non possono vantare i 24 CFU richiesti e non hanno accumulato 3 anni di servizio nelle scuole statali nell’arco degli ultimi cinque anni, si trovano di fronte a un futuro incerto.
Questo quesito non è solo al centro dei timori di migliaia di insegnanti, ma è diventato anche un argomento critico nelle discussioni successive all’approvazione della nuova Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti. Quest’ultima ha indubbiamente introdotto nuove opportunità, ampliando l’orizzonte per gli aspiranti docenti nel sistema di formazione e reclutamento della scuola secondaria.
Tuttavia, permangono delle zone d’ombra e molti dettagli aspettano ancora di essere delineati e compresi a fondo. In questo contesto di cambiamento, l’equilibrio tra innovazione e chiarezza sembra essere un nodo ancora da sciogliere.
Il quadro legislativo della Riforma Bianchi
Il nuovo sistema scolastico ha una struttura basata su un quadro legislativo ben definito:
- D.lgs. 59/2017;
- DL n. 73/2021 (convertito in legge n. 106/2021);
- DL 36/2022 (convertito in legge n. 79/2022);
- DL n. 75/2023.
La fase transitoria della Riforma Bianchi terminerà il 31.12.2024. E da quel momento in poi la stessa entrerà in vigore a pieno regime. Pertanto, a partire dal gennaio 2025 il nuovo sistema di reclutamento dei docenti sarà strutturato nel seguente modo:
- percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale di 60 CFU/CFA;
- Concorso annuale (i cui requisiti di accesso prevedono: abilitazione oppure 3 anni di servizio – anche non continuativi – presso le scuole statali, di cui almeno uno specifico nella classe di concorso per cui si partecipa);
- periodo di prova in servizio (un anno) con test finale e valutazione conclusiva.
Riforma Bianchi: il percorso abilitante 30 CFU e la fase transitoria
Nell’ambito della nuova Riforma del reclutamento dei docenti è stata delineata una fase transitoria – come già accennato – estesa fino al 31 dicembre 2024. La stessa introduce, tra l’altro, anche specifici requisiti per l’accesso ai concorsi.
Durante questa fase, infatti, gli aspiranti docenti avranno la possibilità di accedere alle procedure concorsuali anche senza le condizioni generali relative all’abilitazione all’insegnamento e ai 3 anni di servizio. Ma sarà sufficiente anche uno dei seguenti criteri:
- laurea + 24 CFU/CFA (purché conseguiti entro il 31/10/2022);
- laurea + 30 CFU/CFA (o iscrizione al percorso abilitante 30 CFU/CFA);
- diploma per gli ITP.
Inoltre, durante la fase transitoria, saranno indette due procedure concorsuali di rilievo:
- Il Concorso straordinario ter 2023: l’attenzione è focalizzata sul bando di questo concorso, atteso per il prossimo settembre. Si tratta di una parte cruciale della strategia, che avvierà l’assunzione di circa 30.000 nuovi insegnanti. Ovvero di una parte sostanziale dei 70.000 docenti previsti dal PNRR.
- Il Concorso Ordinario del 2024: Programmato per il prossimo anno, questo concorso costituisce il secondo pilastro della strategia di assunzione. Tuttavia, la sua attuazione è condizionata dalla pubblicazione (prevista nei prossimi giorni) del testo definitivo del decreto relativo ai 60 CFU. E, in particolare, dall’avvio del percorso abilitante 30 CFU.
Concorso per i neolaureati senza 24 CFU: il percorso abilitante 30 CFU
Nell’ambito della fase transitoria della nuova Riforma del reclutamento dei docenti, le regole sono state chiaramente definite e delineate. Come emerge dai paragrafi precedenti, i candidati che non hanno raggiunto i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022, o che non hanno accumulato 3 anni di servizio presso le scuole statali – di cui almeno uno specifico nella classe di concorso interessata – saranno preclusi dalla partecipazione al Concorso straordinario ter. La mera detenzione di una laurea non sarà, quindi, sufficiente.
Questo aspetto, per quanto non sorprendente – era, infatti, largamente anticipato – ha suscitato preoccupazioni e dibattiti. Con i sindacati che hanno tentato invano di ottenere la riapertura temporanea dei corsi dei 24 CFU.
Nonostante l’esclusione dalla prima selezione, sono state messe in atto misure compensative. La seconda procedura concorsuale prevede, infatti, un percorso abilitante 30 CFU/CFA per gli aspiranti docenti che rientrano in questa categoria. Questo consentirà loro di partecipare al concorso con riserva di ottenimento del titolo, purché l’iscrizione avvenga entro il termine stabilito.
Inoltre, al di là della fase transitoria, a partire dal 1° gennaio 2025, coloro che non soddisfano i requisiti iniziali potranno accedere a percorsi formativi da 60 CFU, ottenere l’abilitazione necessaria e partecipare ai concorsi futuri.