Alle 4:00 del mattino, ora italiana, del 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina. Le avvisaglie c’erano state tutte e molti hanno sperato fino all’ultimo che le voci su una possibile guerra potessero essere false.
A oggi, purtroppo, il conflitto non ha ancora avuto termine e i trattati di pace tardano ad arrivare.
Proprio per tale motivo, la macchina della solidarietà si è messa in moto in tutta Europa. Tra i Paesi che hanno deciso di attivarsi in maniera concreta vi è anche l’Italia.
In particolar modo, la scuola italiana ha deciso di accogliere tra le proprie mura i bambini provenienti dall’Ucraina. Le lezioni assieme a nuovi compagni di lezione, infatti, sono un modo per riuscire a placare un trauma difficilmente dimenticabile.
La scuola aperta al mondo
Per tutto il territorio italiano, infatti, vi sono scuole che hanno aperto le loro porte ai bambini fuggiti dall’orrore della guerra. La speranza, naturalmente, è quella di poter ritornare presto a casa propria in un clima di pace e fratellanza.
La maggior parte dei profughi che attraversano il confine, infatti, sono donne accompagnate dai propri figli. Gli uomini fino ai sessant’anni di età sono impossibilitati a lasciare la madre patria. Quest’ultimi sono attualmente impegnati negli scontri a fuoco contro l’esercito russo.
Proprio in virtù di tutto ciò, una grande quantità di professionisti è stata allertata per permettere un inserimento adeguato dei bambini ucraini nella scuola italiana. Psicologi, educatori, mediatori linguistici e culturali sono stati chiamati per aiutare in tale situazione di emergenza.
Il tutto anche per dare una base solida a bambini e bambine già fortemente provati. A tale scopo, gli istituti da loro frequentati devono essere vicino alla zona in cui andranno ad abitare. Questo per evitare di allentare o spezzare i pochi legami loro rimasti.
Un momento di transizione
Tutti gli istituti scolastici italiani, dunque, sono stati allertati per poter accogliere al meglio i bambini e le bambine ucraini.
In ogni scuola, in ogni caso, l’inclusione sta avvenendo in un clima di festa. Palloncini gialli e blu, oltre a numerosi compagni di classe pronti a far entrare all’interno del proprio circolo i nuovi arrivati.
I mediatori linguistici e culturali, però, non sono utili solo per l’inserimento scolastico. Vi è infatti la volontà di creare attività fuori dagli orari di istruzione per consentire ai bambini ucraini di socializzare ulteriormente.
Farli sentire ben voluti, accettati e non estranei è il compito che ci si è prefissati con tale accoglienza. Il Ministero dell’Istruzione, inoltre, ha già stanziato i fondi per poter garantire la realizzazione di tali progetti.
Gli Uffici Scolastici regionali, inoltre, sono un altro pilastro su cui contare per permettere a questi piccoli profughi di trascorrere con serenità questo momento. Nell’attesa che questo periodo orrendo finisca al più presto.