Reclutamento docenti, la riforma entro il 30 giugno

Importanti novità in arrivo per la scuola all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza), nella sezione dedicata all’istruzione. Il governo si appresta, infatti, a varare la riforma del reclutamento degli insegnanti. L’approvazione definitiva del provvedimento potrebbe arrivare già entro il 30 giugno. Il decreto, già illustrato ai

 

sindacati il 12 aprile, aspetta ora solo il via libera del Consiglio dei Ministri. Che potrebbe arrivare già il 21 aprile. Subito dopo è prevista l’emanazione del Presidente della Repubblica. A quel punto, una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il provvedimento verrà trasmesso al Parlamento per essere analizzato dalle Commissioni prima dell’approdo in Aula. Un passaggio, quest’ultimo, fondamentale per la conversione in legge. Tra le novità contenute nella bozza ci sono: lauree semi-abilitanti, scatti stipendiali legati alla formazione continua e percorsi dedicati per i precari storici. Per raggiungere l’agognata cattedra delle scuole secondarie di primo e secondo grado ci saranno ben tre strade. Confermata la scelta di bandire i concorsi su base annuale. Mentre l’obiettivo dichiarato è di raggiungere 70mila immissioni in ruolo entro il 2024

 

La bozza del decreto

Saranno due i percorsi disponibili sui quali si incentrerà la riforma del reclutamento dei docenti. Più un terzo, che però dovrebbe essere transitorio. Vediamoli nel dettaglio.  

 

  • Il primo percorso è interamente incentrato sulla formazione iniziale. E prevede una Laurea a ciclo unico o Magistrale, un corso di formazione universitario per il conseguimento di 60 crediti formativi in materie psico-pedagogiche e una prova di abilitazione per ottenere l’accesso al concorso a cattedra. Una volta superato quest’ultimo, l’aspirante docente avrà accesso all’anno di prova. Quindi, in caso di valutazione positiva, arriva la definitiva immissione in ruolo.
  • Il secondo percorso guarda, invece, ai supplenti storici. Per i docenti precari con all’attivo 36 mesi di servizio (anche non continuativi) nel corso dei cinque anni precedenti, infatti, è previsto un percorso “riservato”. Potranno, cioè, accedere direttamente al concorso. L’integrazione della formazione iniziale e il superamento della prova finale necessari all’abilitazione avverranno nel primo anno di immissione in servizio a tempo determinato e part time nelle modalità di cui all’articolo 13, commi 3 e 4 dello stesso decreto. Ovvero, seguiranno un percorso finalizzato al conseguimento di 30 CFU prima della prova di abilitazione e del necessario anno di prova.
  • Il terzo percorso è, infine, una misura provvisoria il cui solo scopo è quello di accelerare le immissioni in ruolo dei docenti fino al 2024.

 

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