La scuola è cambiata sotto molti punti di vista. La pandemia degli ultimi due anni, poi, ha accelerato alcuni processi anche se non sempre in maniera positiva. Tra le novità degli ultimi anni, infatti, vi è il nuovo modo di confrontarsi degli alunni e delle famiglie con gli insegnanti.
Sono in molti ormai ad adoperare le nuove
tecnologie per avere un rapporto sempre più diretto con i docenti. Il rischio, però, è quello di far cadere ogni barriera che dovrebbe, comunque, esserci in un legame particolare come quello tra la scuola e i suoi fruitori.
Le conversazioni private
Sempre più spesso i confini naturali che dovrebbero esserci tra un datore di lavoro e il lavoratore sembrano sul punto di infrangersi. La giusta distanza dovrebbe esserci anche tra docenti e discenti che, in ogni caso, vivono un vincolo basato sulla trasmissione delle conoscenze dagli uni agli altri.
Le chat di Whatsapp o di altri social network, però, hanno assottigliato di molto quella giusta lontananza che dovrebbe esserci tra le parti chiamate in causa. Troppo spesso, infatti, i docenti sono impossibilitati a staccarsi realmente dal proprio lavoro.
Sono ben troppi gli studenti, con le loro rispettive famiglie, a credere di poter invadere lo spazio privato dei dipendenti scolastici. Non mancano mai coloro che ritengono come loro privilegio avere il numero privato dell’insegnante in questione per poterlo contattare a qualsiasi ora e per qualunque motivo.
Una situazione che non rispetta affatto il diritto alla disconnessione degli insegnanti oltre, naturalmente, che la loro vita privata.
La decisione delle scuole di Roma
Il sindacato dei presidi del Lazio ha deciso di agire in maniera dura verso una condizione ormai insostenibile. Deontologia e comunicazione, dunque, devono andare di pari passo e, proprio in vista di ciò, è stata proposta la fine delle chat private tra docenti e studenti.
Sul quotidiano la Repubblica vengono riportate le decisioni di Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio. Lo scopo è quello di non permettere più che lo spazio intimo e quello professionale possano essere sovrapposti.
Il tutto è scaturito anche a seguito dell’incresciosa vicenda che ha visto protagonisti un alunno e la sua dirigente scolastica nella città di Roma.
Si suggerisce, quindi, di evitare le chat di gruppo con gli scolari e/o con le famiglie. Per le comunicazioni di servizio, infatti, vi sono i canali ufficiali messi in campo dalle varie scuole.