Nuove opportunità per gli insegnanti che desiderano ampliare il proprio ambito professionale: il recente DPCM del 4 agosto 2023 ha introdotto, infatti, un innovativo percorso abilitante da 30 CFU, per i docenti già abilitati che aspirano all’insegnamento in un diverso grado. Scopriamo se è possibile il passaggio di ruolo dalla scuola primaria alla secondaria.
Il nuovo percorso formativo da 30 CFU: caratteristiche e destinatari
Il percorso abilitante da 30 CFU, istituito secondo l’articolo 13 comma 2 del DPCM del 4 agosto 2023, rappresenta una svolta significativa nel panorama dell’abilitazione all’insegnamento.
Questa opportunità si rivolge specificamente ai docenti che possiedono già un’abilitazione o una specializzazione sul sostegno e desiderano ottenere una qualifica per l’insegnamento nella scuola secondaria.
La prima edizione di questi corsi, che è stata avviata dagli Atenei tra marzo e aprile di quest’anno, ha permesso a molti docenti ingabbiati di ottenere l’abilitazione per una CdC della scuola secondaria.
Nello specifico, parliamo di classi di concorso per le quali, pur essendo in possesso del titolo di accesso, ai docenti non era stata data la possibilità di richiedere la mobilità professionale, ovvero il passaggio di ruolo o cattedra.
Le modalità di transizione verso la scuola secondaria
L’acquisizione dell’abilitazione attraverso il percorso da 30 CFU non garantisce, però, automaticamente il passaggio alla scuola secondaria. Questo perché il processo di mobilità segue delle regole ben precise.
Quando un docente ottiene l’abilitazione da 30 CFU, difatti, non è obbligato a partecipare a un concorso per richiedere il passaggio di ruolo (ad esempio, dalla scuola primaria alla secondaria).
Questa transizione può avvenire durante le procedure di mobilità, che permettono ai docenti già di ruolo di cambiare classe di concorso, ordine di scuola o provincia.
Tuttavia, non tutti i docenti che richiedono il passaggio riescono ad ottenerlo, perché i posti sono limitati. Ricordiamo, a proposito, che la percentuale dei posti disponibili che ogni anno viene destinata alla mobilità professionale si attesta intorno al 25% dei posti complessivi.
Da non sottovalutare, poi, la questione della competitività: proprio poiché i posti sono limitati, il processo diventa altamente competitivo. Solo i docenti con i punteggi più alti (calcolati sulla base di titoli, anni di servizio e altri criteri) riescono a ottenere il passaggio richiesto.
In definitiva, quindi, anche se l’abilitazione dona il diritto di richiedere il passaggio di ruolo senza dover superare un concorso, la reale possibilità di ottenerlo dipende da quanti posti sono disponibili e da quanti altri docenti lo richiedono, nella stessa provincia o per la stessa classe di concorso.
Strategie per massimizzare le opportunità di passaggio
Gli insegnanti interessati al passaggio dalla scuola primaria alla secondaria possono perseguire due strade, anche simultaneamente, a seconda delle proprie priorità personali e professionali:
- La via della mobilità professionale:
- Presenta vantaggi in termini di scelta della sede, in quanto il docente ha la facoltà di scegliere sia la provincia che le scuole di preferenza;
- Non prevede ulteriori prove selettive;
- Può essere richiesta annualmente senza costi aggiuntivi.
- La partecipazione ai concorsi ordinari:
- Offre una possibilità ulteriore di accesso;
- Richiede il superamento di prove selettive;
- Ha una dimensione regionale con assegnazione successiva della sede, per cui non si ha possibilità di scelta della scuola.
Le due opzioni possono essere perseguite contemporaneamente per aumentare le probabilità di successo nel raggiungimento dell’obiettivo professionale desiderato.