L’estate è tra i momenti più attesi dai più piccoli. Durante questi mesi, infatti, gli studenti abbandonano per un po’ i loro banchi e si dedicano al relax e al divertimento. Ciò, però, non vuol dire che i più giovani vogliano trascorrere le giornate in maniera vacua, senza fare nulla. In tale quadro possono essere inserite varie attività. E tra queste
si possono certamente annoverare anche quelle organizzate dal MIUR per coinvolgere i ragazzi e le ragazze da giugno a settembre. Ed è proprio in tali progetti che rientra il Piano Estate. Ma che cos’è il Piano Estate? Non resta che scoprirlo.
Torna la Scuola Estate
Anche quest’anno torna la Scuola Estate. Il Piano del Ministero dell’Istruzione è al suo secondo anno di attività, dopo l’esordio avvenuto nel 2021. Il progetto è nato dalla voglia di superare l’emergenza sanitaria vissuta dal nostro Paese attraverso la riaffermazione della scuola italiana.
Come si legge all’interno del sito del MIUR, infatti, lo scopo è quello di mostrare « una scuola aperta, coesa ed inclusiva, quale luogo di formazione della persona e del cittadino, radicato nel proprio territorio e sostenuto dalla partecipazione attiva di tutta la comunità».
Integrazione civile, uguaglianza e sviluppo, dunque, sono stati messi come baluardi di un disegno, promosso dal Governo, per i giovani e fatto dai giovani. Tra gli obiettivi prefissati del Piano Estate c’è quello di rendere la scuola più accogliente e inclusiva. Oltre a consolidare il senso di appartenenza al territorio in cui si è immersi. E, infine, sconfiggere anche la piaga dell’abbandono scolastico.
Una nuova forma di didattica
Da quanto è emerso fino a questo momento, è chiara la voglia di una nuova forma di didattica. Il Governo ha messo a disposizione degli istituti quasi 300 milioni di euro. Naturalmente, l’adesione alle iniziative estive del Piano Estate è su base volontaria. Ciò vale sia per gli studenti che per il personale scolastico.
Le attività spazieranno tra musica, sport e laboratori di vari tipi. In particolare, quest’anno sono previste tre fasi. Nella prima fase è previsto il potenziamento delle competenze disciplinari, aiutando nell’inserimento gli studenti provenienti dall’Ucraina. La seconda fase sposta l’attenzione sugli spazi aperti alla comunità territoriale. Mentre nella terza fase si passa all’introduzione del nuovo anno scolastico.
Un modo per ampliare le conoscenze degli alunni italiani e per permettere l’integrazione di quelli ucraini. Quest’ultimi potranno ricevere lezioni di lingua italiana, ma anche fare lezioni DAD con docenti della loro stessa nazionalità.