Si è tenuta ieri la manifestazione organizzata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. Lo sciopero della scuola, rivolto a tutti i lavoratori in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative italiane, è andato avanti per tutta la giornata.
A Roma la manifestazione, insieme ai sindacati più rappresentativi, ha raccolto più di 5mila persone. Era presente più del 10% dei docenti e del personale ATA, anche se ancora è presto per parlare di dati ufficiali. Tuttavia, i numeri fra i vari gradi di istruzione si differenziano molto.
Cancelli chiusi in diversi istituti comprensivi e anche in qualche scuola media. Nelle scuole superiori, invece, a scioperare sono stati anche – e soprattutto – gli studenti.
Motivazioni dello sciopero della scuola e richieste
I motivi di questo sciopero sono diversi. Ma fanno perno contro l’invasione di campo operata dal Governo con il decreto Legge n. 36 del 30 aprile 2022 per quanto riguarda salario e carriera. Che sono di esclusiva competenza delle parti negoziali.
La conversione in legge del suddetto decreto 36 si fa sempre più difficile ora e non sarà più così scontata.
Tuttavia, questa settimana non sono previste sedute delle Commissioni del Senato che stanno prendendo in esame il provvedimento.
I sindacati premono per ottenere misure che permettano l’immissione in ruolo del maggior numero possibile di precari storici. Chiedono, inoltre, lo stralcio di tutte le questioni di natura contrattuale e l’avvio immediato della trattativa per il rinnovo del contratto.
Lo scontro politico sarà perlopiù sulla questione dei percorsi abilitanti. Mentre è quasi certo che le prove a risposta multipla saranno eliminate.
Visti i risultati dello sciopero, potrebbe perdere terreno l’ipotesi di introdurre norme in materia di formazione obbligatoria e incentivata.
Lo sciopero della scuola e la questione contrattuale
L’adesione allo sciopero della scuola ha superato le aspettative delle stesse organizzazioni sindacali.
Tuttavia, la vicenda contrattuale appare, comunque, più complessa, dal momento che sarà molto difficile reperire delle risorse aggiuntive per poter andare oltre l’aumento di 100/105 euro lordi.
Forse i sindacati otterranno che i 300 milioni stanziati con la legge di bilancio 2022 vengano utilizzati per poter ottenere un incremento dello stipendio dei docenti. Senza ricorrere a meccanismi di premialità che non hanno mai entusiasmato il mondo scolastico.
Intanto l’Aran (Agenzia rappresentanza negoziale pubbliche amministrazioni) ha convocato le parti per il 7 giugno. Perciò, conviene attendere fino a quella data per verificare se ci sarà qualche novità significativa.