Sciopero 30 maggio, docenti divisi. Anche se l’adesione allo sciopero della scuola di ieri è stata più che soddisfacente, c’è chi ha detto no alla protesta. Molti docenti hanno, infatti, deciso di non scendere in piazza e contestualmente di spiegare le ragioni di questa scelta.
La maggior parte crede che lo sciopero di un giorno non porterà a nulla, anche se per quanto concerne le ragioni della protesta si schiera al fianco dei colleghi.
Spiegano che anche manifestando le cose non cambieranno. “Se ci fosse stata la reale e convinta volontà di essere ascoltati – fanno sapere – si sarebbero dovuti bloccare gli scrutini e gli esami”.
Tuttavia, malgrado questi dissidenti, alle 17 di ieri, 30 maggio, l’adesione allo sciopero è stata pari al 15,59% sul 57,98% degli istituti. Quindi, si parla circa del 75% degli addetti al comparto.
Sciopero 30 maggio, docenti divisi. Motivazioni dello sciopero
I motivi di questo sciopero sono diversi, ma comunque si accentrano contro il decreto Legge n. 36 del 30 aprile 2022 per quanto riguarda salario e carriera.
I sindacati, infatti, chiedono:
- lo stralcio dal decreto di tutte le materie di natura contrattuale;
- l’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto, visto che è scaduto da tre anni;
- l’adeguamento dei profili ATA per equiparare il personale scolastico agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo di studio, per poterli avvicinare alla retribuzione dei colleghi europei;
- i tagli agli eccessi di burocrazia nel lavoro dei docenti;
- la restituzione di tutto il personale della scuola alla sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio docenti;
- la riduzione del numero di alunni per classe;
- modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione sui posti storicamente consolidati in organico che superino il precariato esistente;
- modalità semplificate di accesso ai percorsi di abilitazione e di accesso al ruolo;
- l’incremento dei collaboratori scolastici; l’indizione di un concorso riservato per gli Assistenti Amministrativi Facenti funzione di Dsga con tre anni di servizio nella funzione anche se sprovvisti di titolo di studio;
- la semplificazione delle procedure amministrative per liberare le segreterie dai compiti impropri re-internalizzando quelli di competenza dell’Amministrazione scolastica;
- la revisione del regolamento sulle supplenze Ata.