Mentre le Commissioni Affari Costituzionali e Istruzione del Senato sono al lavoro per approfondire i contenuti del decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022, Il Ministro Bianchi annuncia: “I 60 CFU potrebbero diventare un master abilitante”. La nuova riforma relativa alle regole per la formazione iniziale e continua e per il reclutamento dei docenti continua a far discutere. Anche dopo che lo scorso 21 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento nell’ambito del maxi decreto del PNRR, nella sezione dedicata all’istruzione. I sindacati sono sul piede di guerra. Ma l’invito ad apportare modifiche e correzioni al testo è arrivato anche dalla Lega e dal PD. “Il tema è di importanza fondamentale – ha commentato il Ministro dell’Istruzione – e noi abbiamo una visione integrata che non guarda solo al reclutamento, ma anche alla formazione dei nostri insegnanti. Ecco perché riteniamo imprescindibile mettere in campo una formazione iniziale come elemento fondante di un percorso che permetta ai nostri ragazzi di intraprendere un percorso”.
Che cosa sono i 60 CFU?
I 60 CFU sono dei Crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche. In pratica, dei veri e propri percorsi universitari/accademici abilitanti di formazione iniziale. Si tratta di una delle principali novità introdotte dalla riforma voluta dal Ministro Patrizio Bianchi. Nello specifico, i 60 CFU dovranno essere conseguiti all’interno del tradizionale percorso di studi universitario. Gli stessi comprendono anche un periodo di tirocinio diretto presso le scuole ed uno indiretto non inferiore a 20 crediti formativi universitari. Verrà, inoltre, predisposto un percorso universitario per consentire l’acquisizione di elevate competenze linguistiche e digitali. Oltre, ovviamente, a conoscenze e competenze (sia teoriche che pratiche) relative allo sviluppo e alla valorizzazione della professione del docente. Tanto negli ambiti della pedagogia, quanto delle metodologie e tecnologie didattiche. “La formazione dei docenti rappresenta un elemento di grande importanza nell’ottica di una maggiore qualità della scuola. E, da parte nostra, riteniamo che la decisione di fare l’insegnante può essere fatta anche prima o, comunque, durante il percorso universitario”.
I 60 CFU potrebbero diventare un master abilitante
Alcune sigle sindacali hanno puntato il dito contro i 60 CFU ritenendoli “un’occasione di speculazione che mette in piedi un mercato enorme”. Ma il Ministro Bianchi, che ha affrontato i temi della riforma in una recente audizione al Senato, è di tutt’altro avviso. “Nel testo che abbiamo proposto – ha precisato – c’era una riduzione drastica dei 60 crediti. Ma poi abbiamo sentito tutte le società scientifiche, i matematici, i fisici e l’Accademia dei Licei. E tutti ci hanno detto che nella magistrale disciplinare non si può togliere neanche un credito alla disciplina. Ma, soprattutto, tutti ci hanno detto che non si possono sostituire crediti disciplinari con crediti pedagogico-didattici per chi voglia fare l’insegnante”. Tuttavia, lo stesso ha lasciato le porte aperte ad una possibile modifica. “Eventualmente – ha detto Bianchi – si può anche fissare meglio la cosa. E i 60 CFU potrebbero diventare un master abilitante. Purché funzioni in modo tale che i crediti siano sempre dati dagli atenei”.