Il Piano Educativo Individualizzato

PEILe misure di sostegno per gli alunni con disabilità, e non solo, passano anche attraverso il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Quest’ultimo è un documento volto a progettare la didattica inclusiva.

Per tale ragione deve essere predisposto a inizio anno scolastico. La sua strutturazione nasce dalla collaborazione di molteplici soggetti. L’integrazione scolastica, infatti, è possibile solo grazie al lavoro di squadra.

Il docente di sostegno, quindi, non può e non deve essere l’unico elemento attivo in tale situazione. Il PEI si attua in presenza dei Bisogni Educativi Speciali (BES).

In questa categoria non rientrano esclusivamente i discenti con disabilità fisiche, psichiche o sensoriali. Lo svantaggio scolastico è molto più ampio di quanto si possa immaginare. Infatti, nei BES si annoverano anche i disagi economici, sociali e culturali.

In ogni caso, il Piano Educativo Individualizzato rappresenta un dispositivo indispensabile. Ecco perché è opportuno sviscerarne i contenuti.

 

Cos’è il Piano Educativo Individualizzato

Dunque, cos’è il Piano Educativo Individualizzato? Esso è un documento ufficiale redatto in ambito scolastico. Lo scopo è quello di mettere nero su bianco i traguardi didattici da raggiungere nel corso dell’anno scolastico.

Esso si basa sulle difficoltà affrontate dal discente a causa della disabilità. Il PEI, quindi, deve rispondere ai differenti bisogni educativi presenti negli istituti.

Ciò deve portare allo sviluppo delle capacità di ognuno. Il tutto, ovviamente, deve avvenire rispettando l’autodeterminazione del soggetto posto sotto esame.

Il PEI, dunque, si fa garante dell’inclusione scolastica. Inoltre, come affermato nella Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, esso si fonda su alcuni elementi base:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
  • la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
  • la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
  • la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.

Deve contenere anche gli itinerari di lavoro, i materiali e le tecnologie utilizzati durante le lezioni. Sono presenti, altresì, i metodi di valutazione e le forme di integrazione scolastica ed extra scolastica.

Il PEI deve essere elaborato dal Consiglio di Classe, compreso il docente di sostegno. Devono partecipare anche i genitori dell’alunno o chi ne fa le veci. Infine, devono fare la loro comparsa perfino le istituzioni esterne alla scuola.

Si intuisce come il Piano Educativo Individualizzato debba tenere conto di molte cose differenti tra di loro. In primis deve valutare la certificazione di disabilità e il profilo di funzionamento.

Devono essere indicate anche le modalità con cui si realizzeranno gli interventi utili al caso. Quanto detto finora, infatti, è essenziale per garantire il diritto allo studio dell’allievo preso in esame.

 

La nuova normativa

Vista la sua utilità nel sostegno agli alunni con disabilità, è stato emanato il nuovo Piano Educativo Individualizzato. A tracciarne inediti e più precisi contorni ci ha pensato il Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020.

Il tutto è stato fatto ai sensi dell’articolo 7, comma 2-ter del Decreto Legislativo n. 66 del 13 aprile 2017. La prima cosa da sapere è che il PEI è elaborato e approvato dal GLO, Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione.

Anche nella recente normativa il PEI ha una durata di un anno. Lo scopo è quello di adoperare degli strumenti didattici utili a creare un ambiente di apprendimento sano.

Nel suddetto decreto, inoltre, si specifica che «nel passaggio tra i gradi di istruzione e in caso di trasferimento, è accompagnato dall’interlocuzione tra i docenti dell’istituzione scolastica di provenienza e i docenti della scuola di destinazione».

All’interno del Piano Educativo Individualizzato, inoltre, sono presenti numerosi elementi fondanti. Infatti, si devono menzionare:

  • il numero di ore di sostegno alla classe;
  • i criteri di valutazione;
  • gli interventi di inclusione;
  • gli interventi di assistenza igienica e di base.

 

Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione

Il GLO, dunque, è incaricato di redigere il PEI. Il gruppo in questione è abbastanza nutrito e presenta delle caratteristiche alquanto peculiari.

Esso è formato dal Consiglio di Classe ed è presieduto dal dirigente scolastico. L’insegnante di sostegno, ovviamente, fa parte del Consiglio di Classe o del team docenti.

Al GLO devono partecipare attivamente anche altri soggetti. Ne sono un esempio la famiglia di origine dello studente e le figure professionali specifiche.

A configurare in tutto ciò ci pensa anche l’UMV dell’ASL di residenza dell’alunno o dell’ASL del distretto in cui è ubicato l’istituto scolastico. Inoltre, quando si parla di figura professionale esterna ci si riferisce a un elemento dei Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT).

Alle riunioni del GLO, inoltre, possono essere convocati anche altri specialisti per la creazione del Piano Educativo Individualizzato. Questi ultimi devono operare in maniera continuativa con la scuola. 

Tra questi professionisti compaiono medici, psicologi, pedagogisti, ma anche i collaboratori scolastici che svolgono il compito di assistenza.

Per finire, a tutti i componenti di tale gruppo non spetta alcun tipo di compenso. Tale team si riunisce entro il 30 giugno per la formulazione del PEI provvisorio per l’anno successivo. 

La versione definitiva, invece, deve essere comunicata, approvata e firmata entro il 31 ottobre.

Tutte queste informazioni sono essenziali per quanti vogliano partecipare al TFA Sostegno 2023. Quest’ultimo, infatti, consente di poter ambire all’abilitazione sul sostegno.

 

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