Tutti gli studenti hanno il diritto di partecipare attivamente alla vita scolastica. Per questo motivo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve assicurare che tutti abbiano accesso alla didattica inclusiva.
Per raggiungere questo obiettivo, sono state emanate diverse normative e sviluppati progetti. Inoltre, è necessario che ci siano docenti di sostegno e risorse adeguate per la realizzazione delle strategie.
Il ruolo di questo tipo di insegnanti è fondamentale, poiché ha la responsabilità di controllare non solo l’allievo con disabilità, ma anche il resto della classe. Per diventare docente di sostegno, è necessario seguire un percorso formativo.
Lo stesso prevede una specializzazione universitaria a numero chiuso. Attualmente, i candidati attendono il bando del TFA Sostegno 2023 per ottenere l’abilitazione.
Che cos’è la didattica inclusiva
La didattica inclusiva è una realtà che ha le sue basi nella Costituzione Italiana. L’articolo 34 della Costituzione afferma che «la scuola è aperta a tutti». Il Ministero dell’Istruzione deve fare in modo di eliminare gli ostacoli che si frappongono tra il discente e il suo diritto allo studio.
Per garantire a tutti l’accesso all’istruzione, sono state introdotte diverse normative. Per esempio, la Legge n. 517 del 4 agosto 1977 ha introdotto la figura del docente di sostegno.
Il Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010 ha sancito la nascita del TFA Sostegno. Il Decreto Ministeriale n. 81 del 25 marzo 2013 ha ampliato le sue funzioni.
Infine, la Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 si occupa dei Bisogni Educativi Speciali. Tutte queste disposizioni hanno lo scopo di garantire l’inclusione scolastica di tutti gli studenti. Ovviamente, sono compresi anche quelli con disabilità o difficoltà di apprendimento.
La didattica inclusiva è una realtà che ha le sue basi nella Costituzione Italiana e che deve essere sostenuta da tutti. Questo approccio è una filosofia educativa che mira a fornire un’istruzione di qualità alla totalità dei discenti.
Qual è l’obiettivo della didattica inclusiva
La didattica inclusiva ha come obiettivo quello di appianare le differenze tra gli alunni, in modo che nessuno venga lasciato indietro. Per raggiungere questo scopo, è necessario che tutti collaborino. Di conseguenza, devono fare la propria parte i docenti di sostegno, i compagni di classe, i familiari e gli enti locali.
Per favorire l’apprendimento, si può ricorrere a un approccio individuale e sistematico, come ad esempio il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Inoltre, si possono utilizzare mezzi tecnologici come la LIM o la didattica metacognitiva.
L’integrazione è fondamentale per gli alunni con disabilità. La didattica inclusiva aiuta a sviluppare competenze sociali importanti. Tra di esse ci sono la capacità di lavorare in gruppo e l’abilità di collaborare con gli altri in vari contesti.
Ecco perché gli insegnanti devono essere consapevoli delle differenti attitudini e stili di apprendimento dei loro studenti. Devono avere le competenze necessarie per adattare i loro metodi educativi alle esigenze individuali.
Bisogni Educativi Speciali
I Bisogni Educativi Speciali (BES) sono una macro-categoria. Quest’ultima comprende studenti con disabilità, disturbi evolutivi specifici o svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. La didattica inclusiva non può certamente escluderli dalla propria visione.
Per garantire loro un’integrazione scolastica adeguata, è stata emanata la Direttiva Ministeriale 27 Dicembre 2012. Quest’ultima prevede strumenti d’intervento e un’organizzazione territoriale per l’inclusione.
Ogni alunno può essere considerato BES in modo continuativo o per un breve periodo. A tal proposito, le scuole devono fornire risposte rapide e personalizzate.
Per questo motivo, le scuole devono lavorare insieme ai Centri Territoriali di Supporto. Gli stessi comprendono Gruppi di Lavoro per l’Handicap (GLH) a livello di singola scuola.
Non solo, ci sono anche i Gruppi di lavoro per l’Inclusione e i GLH di rete o distrettuali. Sono presenti anche Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) a livello di distretto sociosanitario. Infine, c’è un Centro Territoriale di Supporto a livello provinciale.
Inoltre, ogni studente con BES deve avere un Piano Educativo Individualizzato (PEI). Tale documento serve per stabilire gli obiettivi educativi, i metodi di valutazione e le forme di integrazione.
Le metodologie didattiche inclusive
Per la realizzazione della didattica inclusiva, i docenti di sostegno devono mettere in pratica alcuni procedimenti. Si tratta delle metodologie didattiche inclusive.
Lo scopo è quello di mettere al centro dell’apprendimento le esigenze dello studente, in modo da raggiungere i traguardi formativi prefissati. In Italia, la normativa ha intrapreso una serie di progetti volti a sviluppare metodologie didattiche inclusive.
Queste sono gli strumenti adatti per realizzare l’integrazione nelle scuole. La didattica individualizzata e personalizzata è un modo efficace per soddisfare i bisogni educativi degli allievi. Naturalmente, sono annessi sia quelli con disabilità che quelli con BES o DSA.
In questo gruppo possono essere inseriti:
- l’apprendimento cooperativo;
- il lavoro di gruppo e/o a coppie;
- il tutoring;
- l’apprendimento per scoperta;
- la suddivisione del tempo in tempi;
- l’utilizzo di mediatori didattici.
Il loro uso può essere un elemento aggiuntivo per la messa in pratica dell’integrazione scolastica a tutti i livelli.