Dispersione scolastica, Fracassi: “Serve un esercito di insegnanti stabili”

Dispersione scolastica, Fracassi Serve un esercito di insegnanti stabili

Dispersione scolastica, Fracassi Serve un esercito di insegnanti stabili_Il tema della dispersione scolastica al centro del confronto. La segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi, commenta le dichiarazioni sulla scuola della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in visita a Caivano. 

 

“Una scuola che pretende di funzionare con 200 mila supplenti, di cui più della metà sul sostegno agli alunni con disabilità, su un totale di poco più di un milione di addetti, non è certo nelle condizioni stabilità, continuità, qualità. Lo diciamo soprattutto nel giorno in cui, da Caivano, a fronte di una emergenza sociale come la dispersione scolastica si risponde con la cosiddetta agenda Sud e con la minaccia di sanzioni ai genitori”.  

 

Dispersione scolastica, Fracassi: “Serve un esercito di insegnanti stabili”

La dirigente sindacale aggiunge: “I dati provenienti da tutta Italia ci dicono che un altro anno scolastico si apre all’insegna della precarietà, confermando, purtroppo, le nostre previsioni. Colpa di questa situazione la scelta di autorizzare un contingente di assunzioni molto al di sotto delle necessità (poco più di 50 mila su oltre 81mila posti disponibili), l’incapienza di molte graduatorie preordinate alle assunzioni a tempo indeterminato, una forbice inaccettabile tra organico di diritto e organico di fatto, l’inadeguatezza e l’onerosità dei percorsi di formazione iniziale per l’accesso all’insegnamento“.

 

“Fare il necessario, come ha dichiarato la presidente Meloni, in questo caso non può essere rappresentato da una sperimentazione biennale per una manciata di scuole: serve un esercito, ma di insegnanti, stabili e adeguatamente retribuiti

 

Fare il necessario non è certo tagliare 900 istituzioni scolastiche, di cui oltre la metà al Sud e 161 solo in Campania. Infine, fare il necessario per quanto ci riguarda significa abbandonare la proposta di autonomia differenziata che rischia di spezzare il sistema nazionale di istruzione e aggravare le differenze territoriali e sociali nel Paese”, conclude Fracassi.

 

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