Scoppia l’attesa per le prove Concorso straordinario ter 2023: cosa riserverà agli aspiranti docenti?
Un annuncio che ha scosso il panorama educativo è arrivato il 6 aprile, direttamente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM): entro il mese di giugno dovrebbe essere bandita una nuova procedura concorsuale. L’obiettivo è chiaro e ambizioso: immettere in ruolo ben 35.000 nuovi docenti entro l’inizio dell’anno scolastico 2023-2024.
Il Concorso straordinario ter 2023 si rivolgerà, in particolare, a quei docenti che vantano almeno tre anni di servizio nei cinque anni precedenti o che sono in possesso di 24 Crediti formativi universitari (CFU).
Questa iniziativa andrà a completare le misure già previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Tuttavia, la domanda che brucia le labbra degli aspiranti docenti riguarda le temute prove che dovranno affrontare e le relative tipologie.
Novità prove concorso straordinario ter 2023
Il misterioso silenzio del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) nelle ultime settimane getta ombre di incertezza sul tanto atteso Concorso straordinario ter 2023. Le organizzazioni sindacali sono convinte che ci sarà un ritardo rispetto alla tempistica inizialmente annunciata.
E sembra che l’ipotesi più probabile, al momento, sia quella di uno slittamento delle prove almeno fino a ottobre. Un’eventualità che comporterebbe il rinvio delle immissioni in ruolo all’anno scolastico 2024-2025.
Per avere delle certezze bisognerà, tuttavia, attendere le comunicazioni ufficiali che saranno rilasciate dall’Amministrazione centrale. L’attesa si fa spasmodica per gli aspiranti docenti che si chiedono quale destino sia riservato al tanto agognato concorso.
Una questione che alimenta il dibattito è la seguente: una o due prove? Inizialmente, si pensava che il nuovo concorso seguisse la stessa struttura del concorso straordinario bis, con un’unica prova orale per valutare la preparazione disciplinare e le competenze linguistiche (inglese livello B2).
Tuttavia, se il concorso dovesse subire un ritardo di alcuni mesi, il MIM potrebbe optare per l’idea di due prove. La prima sarebbe una prova scritta di natura metodologico-didattica, basata su quiz a risposta multipla riguardanti gli elementi didattico-pedagogici, comune a tutte le classi di concorso. Mentre la seconda consisterebbe in una prova orale.
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