Docenti Stem: chi sono e come diventarlo – La Guida

I docenti STEM rivestono un ruolo di primaria importanza all’interno del contesto educativo italiano e il loro contributo si manifesta nella guida degli studenti attraverso le discipline di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica.

In un’era in cui la digitalizzazione è una realtà tangibile, queste materie assumono un’importanza crescente, conferendo a questa tipologia di insegnanti un ruolo di spicco nella formazione delle future generazioni.

L’acronimo STEM abbraccia un vasto spettro di discipline scientifiche e tecnologiche, aprendo le porte a conoscenze fondamentali necessarie per affrontare le sfide della società moderna.

La necessità di attribuire la giusta rilevanza a questo settore è strettamente legata all’incessante evoluzione delle tecnologie e delle scienze.

Tant’è che gli insegnanti specializzati nelle discipline STEM si trovano “costretti” a dover rimanere costantemente aggiornati sulle ultime novità inerenti alla propria materia al fine di garantire un insegnamento di alta qualità.

Cosa sono le materie STEM nella scuola?

Le discipline STEM sono una parte decisiva della conoscenza necessaria per favorire lo sviluppo culturale degli studenti. Ed è proprio per questa ragione che i docenti STEM rivestono un ruolo di rilievo all’interno del sistema scolastico.

Questi professionisti non si limitano alla mera trasmissione di nozioni, ma fungono anche da portatori di una cultura dinamica e in costante evoluzione.

D’altro canto, la carenza di insegnanti STEM in Italia è un tema che è stato sollevato in diverse occasioni, accentuando l’enfasi sui tratti distintivi di questa figura professionale.

Il compito dei docenti STEM va oltre la semplice divulgazione di conoscenze dal momento che gli stessi agiscono come veri e propri ambasciatori della cultura scientifica e tecnologica nel nostro Paese.

La loro abilità nel suscitare interesse e passione per le materie STEM è essenziale e serve per stimolare la prossima generazione di scienziati, ingegneri e innovatori.

Gli studenti acquisiscono competenze pratiche applicando le conoscenze acquisite a sfide reali nel corso del loro percorso di apprendimento. 

Ma, soprattutto, le discipline STEM giocano un ruolo di primo piano nel promuovere una mentalità orientata alla ricerca e alla sperimentazione tra gli studenti.

Nel dettaglio, le categorie di classi di concorso coinvolte in questo contesto educativo sono:

  • A020 – Fisica;
  • A026 – Matematica;
  • A027 – Matematica e fisica;
  • A028 – Matematica e scienze;
  • A041 – Scienze e tecnologie informatiche.

 

I docenti STEM
Per intraprendere una carriera come insegnante STEM è imperativo possedere una laurea in un campo disciplinare correlato.

Come si diventa docenti STEM?

Nel contesto dell’ambiente educativo, i docenti STEM emergono come una risorsa di inestimabile valore per le istituzioni scolastiche.

Il loro apporto va oltre la mera trasmissione di una solida base di conoscenze scientifiche e tecnologiche agli studenti, ma si estende anche allo sviluppo di competenze pratiche direttamente utilizzabili nella vita di tutti i giorni.

Per intraprendere una carriera come insegnante STEM, è necessario possedere una laurea in un campo disciplinare correlato. Questo, però, rappresenta solo il punto di partenza.

Gli educatori devono, infatti, dimostrare anche una profonda padronanza della materia che insegnano ed essere in grado di comunicare efficacemente le proprie competenze.

L’aspirazione a ottenere una posizione stabile nel settore richiede, tuttavia, la partecipazione a un concorso pubblico per docenti in modo da avere accesso a una cattedra di ruolo nel campo STEM. 

Il Concorso Scuola 2024

Tra le opportunità per gli aspiranti docenti, spicca senz’altro il Concorso Scuola 2024. Si tratta, nello specifico, dell’ultima procedura concorsuale nell’ambito della fase transitoria della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (legge n. 79 del 29 giugno 2022) per la quale saranno disponibili  24.694 posti.

La struttura del concorso – il cui bando è previsto per l’autunno – sarà identica a quella del Concorso straordinario ter e non prevedrà nessuna prova preselettiva. Le prove d’esame, infatti, saranno soltanto due: 

  • una prova scritta;
  • una prova orale (+ lezione simulata).


La prova scritta

La prova scritta, in particolare, sarà computer based e i candidati dovranno rispondere a 50 domande in 100 minuti, così distribuite :

  • 10 quesiti di ambito pedagogico;
  • 15 quesiti di ambito psicopedagogico, ivi compresi gli aspetti relativi all’inclusione;
  • 15 quesiti di ambito metodologico didattico, ivi compresi gli aspetti relativi alla valutazione;
  • 5 quesiti a risposta multipla sulla conoscenza della lingua inglese al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue;
  • 5 quesiti a risposta multipla sulle competenze digitali inerenti l’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali più efficaci per potenziare la qualità dell’apprendimento.

Le domande prevedono quattro opzioni di risposta, di cui una sola esatta.

La prova orale

La prova orale del concorso avrà una durata diversa a seconda del grado di scuola per cui si concorre: 45 minuti per la Secondaria di primo e secondo grado e 30 minuti per l’Infanzia e Primaria. Le caratteristiche della prova varieranno in base alla tipologia di posto per cui ci si candida: posto comune o posto di sostegno.

Per i posti comuni, la prova orale si concentrerà sulla verifica delle conoscenze e delle competenze del candidato nella disciplina specifica della classe di concorso.

Nei posti di sostegno, la prova orale valuterà la competenza del candidato nelle attività di supporto agli studenti con disabilità.

In entrambi i casi, è prevista anche una lezione simulata, durante la quale il candidato dovrà affrontare un argomento estratto 24 ore prima dell’esame. Questa parte della prova avrà l’obiettivo di valutare le capacità del candidato nell’integrare metodologie didattiche innovative, adatte a diverse esigenze formative.

Requisiti di accesso

Anche gli aspiranti docenti attualmente iscritti al Concorso straordinario ter, che non riescano a superare le relative prove o non rientrino nei 44.654 posti disponibili, avranno l’opportunità di partecipare alla procedura concorsuale.

Inoltre, potranno partecipare coloro che completeranno i percorsi abilitanti da 30 CFU, con l’obbligo di terminare i 30 CFU mancanti entro l’eventuale vincita del concorso per ottenere l’abilitazione all’insegnamento.

Sarà confermato l’accesso anche per gli aspiranti docenti che possiedono uno dei seguenti requisiti:

3 anni di servizio negli ultimi 5 anni presso le scuole statali, di cui almeno uno specifico nella classe di concorso per cui si partecipa;
– oppure 24 CFU, purché conseguiti entro il 31 ottobre 2022.

Gli altri requisiti d’accesso richiesti sono:

– Laurea idonea per l’accesso alla classe di concorso;
– oppure diploma per ITP (valido fino al 31 dicembre 2024);
– oppure titolo di specializzazione per i posti di sostegno, anche con riserva in attesa di riconoscimento.

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