La riforma istituti tecnico-professionali

riforma istituti tecnico-professionali

La riforma istituti tecnico-professionaliLa riforma degli istituti tecnico-professionali è un argomento che interessa a molti. Essa ha l’obiettivo di portare una ventata di cambiamento nel mondo della scuola superiore di II grado.

Il Ministro Valditara ha dimostrato grande interesse per questo tipo di istituzione scolastica. Infatti, la ritiene fondamentale per fornire una solida base di competenze necessarie per affrontare con successo il mondo del lavoro.

La riforma è ormai prossima e presenta alcune caratteristiche distintive. Una delle principali è la riduzione del ciclo di studi da 5 a 4 anni. Tale modifica consentirà agli studenti di dedicare ulteriori 2 anni agli ITS per approfondire le loro conoscenze e competenze.

Le novità riforma istituti tecnico-professionali

Le innovazioni della riforma per gli istituti tecnico-professionali si inseriscono in un contesto ben definito. Lo stesso è rappresentato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Questa riforma dovrebbe essere presentata al Consiglio dei Ministri in un prossimo futuro sotto forma di disegno di legge. Il tutto previo accordo della conferenza delle Regioni e dei rappresentanti delle parti sociali.

In cosa che consisterà concretamente questa riforma? Inizierà con una fase sperimentale che coinvolgerà solo il 30% degli istituti tecnici e professionali presenti in Italia.

Questo primo passo potrebbe essere avviato nei prossimi 12 mesi, ossia nell’anno scolastico 2024-2025.

Dopo i primi 4 anni di formazione culminanti con il conseguimento del diploma, i discenti dovranno completare ulteriori 2 anni. Gli stessi servono per la specializzazione presso gli ITS Academy.

Tutte queste modifiche sono finalizzate a rendere la formazione degli studenti più dettagliata e competitiva. 

Si vuole sviluppare competenze indispensabili per il mondo industriale e aziendale. In tal modo si preparano gli alunni ad affrontare sfide e opportunità future nel modo più efficace.

In merito, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha affermato:

«Tutte le ricerche, compresi i report dell’Unione europea, ci dicono che la scuola è fondamento dello sviluppo sociale ed economico. Per questo ritengo che gli investimenti in istruzione, come quelli nell’innovazione e nelle infrastrutture, debbano essere svincolati dal patto di stabilità».

In aggiunta a ciò, le istituzioni scolastiche avranno l’opportunità di ampliare ulteriormente le possibilità educative per i loro studenti. Nello specifico, sarà permesso estendere le ore dedicate al PCTO.

Non solo, ma potranno potenziare l’esperienza di alternanza scuola-lavoro e di apprendistato formativo. 

Inoltre, avranno la facoltà di espandere i programmi di scambi culturali e viaggi all’estero. I discenti, così, potranno entrare in contatto con diverse realtà professionali.

 

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