Lo stipendio di un docente di scuola superiore: a quanto ammonta?

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Chiunque decida di addentrarsi nel percorso dell’insegnamento, lo fa soprattutto per vocazione. Si tratta, ad ogni modo, di un percorso relativamente lungo e non semplice. Un percorso che potrebbe scoraggiare e che richiede dedizione e pazienza

Aiutare nella crescita umana ed intellettuale altre persone può essere gratificante: supportare i ragazzi negli anni più importanti e delicati della loro vita, grazie al proprio lavoro, è una soddisfazione non da poco. Si tratta di contribuire alla formazione di un individuo che un domani diverrà un adulto.

Tuttavia, diventare insegnante porta anche innumerevoli vantaggi materiali, e difatti insegnare, oggi, è uno dei ruoli più ambiti. Insegnare rimane comunque una vera missione, ma quello del docente è tuttavia un lavoro a tutti gli effetti

Un insegnante lavora circa 18 ore a settimana, senza contare il tempo da dedicare alle riunioni e ai consigli. Inoltre, un insegnante dedica tempo al suo lavoro anche fuori dall’orario lavorativo vero e proprio, per preparare le lezioni e le verifiche per i suoi studenti (e non bisogna dimenticare il tempo da impiegare per correggere tali verifiche). Ed essendo pur sempre un lavoro, è retribuito secondo determinate regole ben precise.

La retribuzione di un docente può variare anche secondo ordine e grado di scuola. Ora analizzeremo, nello specifico, lo stipendio di un docente di scuola secondaria di secondo grado, con relative differenze fra insegnante di ruolo e supplente, e relative variazioni fra chi riceve un incarico annuale o più breve.

Lo stipendio medio di un docente di scuola superiore

Lo stipendio mensile di un docente di scuola superiore dipende da svariati fattori. Prima di tutto viene valutata l’anzianità, cioè gli anni di lavoro prestati come docente.

Uno stipendio di un insegnante di scuola superiore ancora all’inizio di carriera si aggira intorno ai 1.350 euro. Sale sui 1.500 euro per insegnanti di scuole statali che hanno tra 10 e 15 anni di anzianità, per poi aumentare progressivamente fino ai 1.960 euro circa di fine carriera. 

La retribuzione mensile di un insegnante è superiore del 6% circa rispetto alla media italiana. 

 

Si può ricavare uno schema con la media della retribuzione degli ultimi contratti del CCNL scuola:

  • Da 0 – 8 anni di servizio è di 1.350,54 euro;
  • tra 9 e 14 anni di servizio è di 1.503,62 euro;
  • tra 15 e 20 anni di servizio è di 1.643,04 euro;
  • tra 21 e 27 anni di servizio è di 1.786,37 euro;
  • tra 28 e 34 anni di servizio è di 1.895,74 euro;
  • oltre i 35 anni di servizio è di 1.960,31 euro.

In questo calcolo bisogna riconoscere una retribuzione professionale annua legata all’esperienza maturata, che può variare dai 164 euro ai 257 euro ed è riservata agli insegnanti con incarico a tempo indeterminato, e solo in alcuni casi ai supplenti.

 

Ma qual è la retribuzione media dei supplenti? Lo schema sopra esposto si riferisce agli insegnanti di ruolo, ma non si deve dimenticare che nella scuola lavorano molti docenti precari o assunti con contratti a tempo determinato. 

È la magia delle graduatorie GPS o GI, oppure delle convocazioni tramite MAD. Ma ad ogni modo, anche loro percepiscono una retribuzione, che varia in base ai giorni di assunzione.

Più o meno, i valori dello stipendio mensile di un supplente che lavora meno di 18 ore settimanali (orario corrispondente a una cattedra piena) sono le seguenti:

  • supplenza di 2 ore/settimana: 175 euro;
  • supplenza di 4 ore/settimana: 382 euro;
  • supplenza di 6 ore/settimana: 503 euro;
  • supplenza di 8 ore/settimana: 785 euro;
  • supplenza di 10 ore/settimana: 956 euro;
  • supplenza di 12 ore/settimana: 1.057 euro;
  • supplenza di 14 ore/settimana: 1.208 euro;
  • supplenza di 16 ore/settimana: 1.329 euro;
  • supplenza di 18 ore/settimana: 1.460 euro.

Se i contratti arrivano al 30 giugno la tredicesima verrà pagata a dicembre.

Differenze di stipendi fra scuola statale e scuola privata

Per diventare insegnante bisogna seguire uno specifico percorso, che richiede il conseguimento di determinati titoli imprescindibili e necessari.

Sia per quanto riguarda l’insegnamento in una scuola statale, sia per quanto riguarda l’insegnamento in una scuola privata, gli insegnanti devono aver conseguito: Laurea di vecchio ordinamento, Laurea Specialistica o Magistrale di nuovo ordinamento, Diploma accademico di II livello o Diploma di Conservatorio o di Accademia di Belle Arti di vecchio ordinamento. Bisogna, inoltre, avere i 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche. Per gli insegnanti Tecnico-pratici (ITP) è necessario il diploma di scuola superiore. 

Per l’ingresso nelle scuole statali, bisogna sostenere e superare apposito concorso pubblico ordinario della scuola, o inserirsi nelle specifiche graduatorie, o essere convocati tramite MAD.

Per quanto riguarda gli stipendi relativi ad una scuola superiore privata, gli stessi  sono quelli fissati dal contratto delle scuole private ANINSEI (Associazione Nazionale Istituti Non Statali di Educazione e Istruzione):

  • 1.593,24 euro per lavoratori inquadrati all’ottavo livello B;
  • 1.510,88 euro per lavoratori inquadrati all’ottavo livello A;
  • 1.441,37 euro per lavoratori inquadrati al settimo livello;
  • 1.419,64 euro per lavoratori inquadrati al sesto livello;
  • 1.419,64 euro per lavoratori inquadrati al quinto livello;
  • 1.331,89 euro per lavoratori inquadrati al quarto livello;
  • 1.267,65 euro per lavoratori inquadrati al terzo livello;
  • 1.209,25 euro per lavoratori inquadrati al secondo livello;
  • 1.181,07 euro per lavoratori inquadrati al primo livello.

Gli importi sopra riportati includono anche:

  • paga base;
  • indennità di contingenza;
  • salario di anzianità;
  • eventuale minimo e salario accessorio;
  • elemento perequativo;
  • spettanze per le attività legate all’insegnamento, come scrutini ed esami.

 

Confronti con il resto dei paesi Europei

Per quanto riguarda sia l’importo e sia il tempo necessario per gli aumenti di stipendio si registrano sostanziali differenze fra i paesi europei.

Gli stipendi iniziali degli insegnanti italiani si collocano, comunque, tra i più bassi d’Europa insieme a quelli dei colleghi francesi, portoghesi e maltesi. 

Infatti si può registrare un sostanziale aumento (complessivo) di guadagno solo dopo i 35 anni di servizio. Si tratta, a ben vedere, di una significativa anzianità prima di avere un aumento rilevante.

Il potere di acquisto, in Italia, è rimasto lo stesso negli ultimi 5 anni. 

Invece, per quanto riguarda i capi d’istituto, in Italia, il loro stipendio di partenza è il doppio di quello di un insegnante con 15 anni di servizio.

In Europa, d’altra parte, gli stipendi dei capi d’istituto variano sia in base alle dimensioni della scuola che all’esperienza e alle responsabilità.

 

Il dibattito sugli stipendi degli insegnanti, ben lontano dall’essere esaurito, si riapre periodicamente in Italia senza, tuttavia, produrre sostanziali novità che vadano nella direzione di una giusta gratificazione (anche economica) di una categoria fondamentale nell’ambito del processo formativo.

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