La nuova didattica delle competenze non cognitive

competenze non cognitive

Le competenze non cognitive L’acquisizione di conoscenze e competenze cognitive è importante. Eppure, l’istruzione sta riconoscendo l’importanza delle competenze non cognitive.

Le stesse spesso sono denominate life skills o abilità socio-emotive. Tali competenze svelano aspetti comportamentali degli alunni. Infatti, influenzano la capacità di affrontare sfide, di comunicare, di collaborare e di gestire le emozioni.

In questa prospettiva, le scuole stanno intraprendendo azioni significative. Questa direzione permette di fornire agli studenti tutti gli strumenti adeguati per raggiungere i propri obiettivi formativi e personali.

Un passo importante è stato compiuto dalla Camera dei Deputati. Quest’ultima ha recentemente approvato un innovativo testo di legge, mirato a contrastare il fenomeno preoccupante della dispersione scolastica.

Per affrontare tale problema, è necessaria l’implementazione di tutte le competenze trasversali esistenti, comprese quelle non cognitive.

 

Le novità sulle competenze non cognitive

Il governo ha recentemente annunciato nuove disposizioni per affrontare il problema della dispersione scolastica. Una strategia chiave è focalizzarsi sulle competenze non cognitive.

Esse sono fondamentali per combattere alcune delle sfide più urgenti nel nostro Paese. Tra gli esempi come non citare l’analfabetismo funzionale, la già menzionata dispersione scolastica e la povertà educativa.

Le abilità non cognitive riguardano aspetti emotivi, sociali e di problem-solving. Possono aiutare gli studenti a raggiungere il successo scolastico e personale.

Si vogliono sviluppare capacità emotive che consentano ai discenti di affrontare e risolvere i problemi in modo più efficace e semplice.

Per attuare questa strategia, è prevista l’introduzione di un nuovo metodo didattico nelle scuole secondarie di I e II grado. Tuttavia, ciò avverrà in via sperimentale e su base volontaria.

In tal modo si consente alle istituzioni scolastiche di adottare questo approccio in modo graduale e valutarne i risultati. Si vuole dare, così, agli allievi una formazione più completa.

La stessa deve andare oltre la semplice acquisizione di conoscenze teoriche, puntando anche sulla crescita personale e sociale. Infine, nella proposta legge si può trovare tale specifica:

«L’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive di cui all’articolo 1 è effettuata nell’ambito degli ordinamenti e dei programmi vigenti ed è finalizzata a sviluppare negli studenti, tramite un’innovativa pratica didattica, abilità e competenze quali la flessibilità, la creatività, l’attitudine alla risoluzione dei problemi, la capacità di giudizio, la capacità di argomentazione e la capacità di interazione».

 

SCARICA IL DOSSIER DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

SCARICA LA PROPOSTA DI LEGGE

 

 

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