Talento e plusdotazione nella didattica speciale

Nell’ambito del processo di insegnamento, è possibile trovarsi a contatto con studenti che presentano condizione di talento o di plusdotazione.

Si tratta di condizione di talento quando ci sono capacità superiori ai pari età in ambito artistico o musicale. Mentre si parla di condizioni di plusdotazione quando c’è uno sviluppo asincrono tra capacità emotive e cognitive.

Negli ultimi anni si sono sviluppate varie teorie sulla plusdotazione in base alle nuove conoscenze acquisite. 

Si è passati dalla teoria basata esclusivamente sulla componente intellettiva a modelli teorici che hanno, invece, inserito aspetti ambientali e culturali nella visione di Giftedness.

 

Plusdotazione. Il modello Renzulli

Uno dei modelli teorici di riferimento per la plusdotazione è quello proposto da Joseph S. Renzulli. Si tratta del modello definito a tre anelli.

Bisogna distinguere tra due tipologie di giftedness: quella scolastica, e quella produttivo-creativa.

La prima si riferisce a quei soggetti che dimostrano un apprendimento veloce e corretto nei contesti scolastici. Motivo per cui gli insegnanti la percepiscono maggiormente e si manifesta generalmente durante gli anni scolastici. 

La seconda, invece, si riferisce a quegli adulti che dimostrano capacità straordinarie e superiori alla media quando si tratta di fare lavori creativi, o fare musica. Si manifesta in  soggetti che mostrano capacità differenti rispetto alla media.

Esaminando le classificazioni di giftedness, può capitare che un soggetto non venga riconosciuto come plusdotato da bambino, perché magari non è stato supportato correttamente nel periodo scolastico. Quindi, non ha potuto esprimere il proprio potenziale. Ma può essere riconosciuto tale in età adulta, magari in seguito ad intuizioni particolari. Viceversa alcuni soggetti da subito riconosciuti come plusdotati in età scolastica, in età adulta non riescono più ad esprimere in maniera creativa il loro potenziale. 

Il modello Renzulli. Esprimere il proprio potenziale 

Da questo si deduce come la creatività sia un fattore importante, ma non sufficiente nell’individuazione della plusdotazione. 

La plusdotazione è considerata come il risultato di tre tratti umani fondamentali: abilità cognitiva superiore alla media, impegno e motivazione elevate nei compiti da svolgere ed elevato livello di creatività.

Possedere una sola tra queste, non basta per considerare un soggetto come plusdotato.

Tuttavia, sotto il profilo scolastico può capitare che un elemento plusdotato non riesca a trovare un campo in cui esprimere il proprio potenziale. Motivo per cui scolasticamente si ottengono risultati deludenti. Si tratta di quei soggetti che sono spesso demotivati e non riescono a trovare un campo d’interesse adeguato.

Ci si trova nel caso in cui, venendo a mancare la componente motivazionale o dell’impegno elevato, questi elementi non vengono riconosciuti come gifted.

 

Plusdotazione. Il modello Tannenbaum

Esiste un altro modello teorico per riconoscere gli elementi plusdotati.

Si tratta del modello di Tannenbaum, il modello a stella marina. È un modello in cui la plusdotazione prende origini quando c’è la sovrapposizione di 5 fattori che vengono rappresentati sulla punta della stella: abilità generale, abilità speciale, fattori non intellettivi, fattori ambientali e fattori causali.

I fattori non intellettivi sono quelli sopracitati, come la motivazione, la dedizione, eccetera.

Quelli ambientali sono da riconoscere negli ambienti frequentati dal discente, come la scuola, il lavoro e altre istituzioni culturali e sociali.

Mentre i fattori casuali sono quelli che permettono il riconoscimento del potenziale del soggetto plusdotato in modo del tutto inaspettato.

Quindi, si può affermare che lo sviluppo del talento può essere il risultato della corretta interazione tra fattori interni e fattori esterni ambientali.

 

Plusdotazione. Il modello Pfeiffer

Il terzo e ultimo modello, ma anche il più aggiornato negli studi della plusdotazione e talento è il modello di Pfeiffer.

Conosciuto anche come modello tripartito, ci permette di osservare la plusdotazione da tre punti di vista:

  • la lente dell’alto quoziente intellettivo, che permette di considerare la presenza di una condizione di plusdotazione nel momento in cui la persona ha delle abilità cognitive superiori rispetto ai coetanei. 
  • La lente del raggiungimento dei risultati eccezionali, dove gli studenti mostrano fin da subito la loro velocità negli apprendimenti, e il loro distinguersi dai pari.
  • La lente del potenziale per eccellere, dove è necessaria un’educazione basata sul potenziale per eccellere. Nel caso in cui  si osservano gli alunni in situazioni familiari e socio-economiche svantaggiate e per questo non riescono ad esprimere al meglio la loro capacità, dovrebbero intervenire tempestivamente gli insegnanti, riconoscendone il potenziale.

Dall’analisi di quanto esposto risulta auspicabile che le politiche e i sistemi educativi devono staccarsi da una visione dell’educazione basata sul one fits for all.

Altrimenti i soggetti con talento o plusdotati non saranno mai trattati in base alle loro esigenze educative ed intellettuali.

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