Abilitazione sostegno

Abilitazione sostegno tfa

Abilitazione sostegnoL’abilitazione sul sostegno deriva dal Tirocinio Formativo Attivo. Solo superando il TFA Sostegno, infatti, si può ottenerla. Il percorso in questione, però, è abbastanza dettagliato.

Questo perché la scuola italiana necessita di professionisti preparati nel settore. Il docente di sostegno è colui che garantisce l’integrazione scolastica. Il diritto allo studio, infatti, viene tutelato da quanti operano quotidianamente in questo settore.

Per tale ragione, il Ministero dell’Istruzione ha creato una specializzazione universitaria a numero chiuso. Solo i detentori dei requisiti utili possono accedere alle prove preliminari.

Superate le stesse, si può intraprendere il TFA fatto di lezioni, laboratori e tirocini di varia natura. Infine, la prova finale consente di ottenere l’abilitazione sostegno.

Per chi volesse partecipare al TFA Sostegno 2023, però, al momento bisogna attendere. Infatti, deve ancora essere pubblicato il bando dell’VIII ciclo. In attesa si possono reperire le informazioni utili per affrontare lo studio in questione.

 

Che cos’è il corso di specializzazione sul sostegno

Nella scuola dei nostri giorni non si possono più evitare alcuni argomenti. L’integrazione scolastica, da sempre vessillo italiano, è ormai indispensabile. La nostra società, infatti, deve fare dell’inclusione il tema portante in ogni suo aspetto.

Il docente di sostegno non si occupa esclusivamente dello studente con disabilità. Egli opera anche a favore di chi ha problemi culturali, sociali ed economici. Il tutto, ovviamente, collaborando in maniera attiva con il resto degli insegnanti.

Il corso di specializzazione sul sostegno ha proprio tale scopo, quello di includere nella didattica tutti gli alunni e di garantirne il diritto allo studio. 

Questo tipo di professionista è apparso nella normativa italiana per la prima volta nella Legge n. 517 del 4 agosto 1977.

L’abilitazione sostegno, invece, è nata altrove. Precisamente nel Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010. Tale norma è stata successivamente integrata dal Decreto Ministeriale n. 81 del 25 marzo 2013.

Il nome stesso, Tirocinio Formativo Attivo, ne raccoglie l’essenzialità. Infatti, l’obiettivo è quello di formare i futuri insegnanti di sostegno sia dal punto di vista pratico che teorico.

Per tale ragione, i concorrenti devono acquisire 60 CFU divisi tra tirocini, lezioni e laboratori. Il tutto, ovviamente, seguendo una progettazione delineata a seconda dell’ordine e del grado della scuola in cui si opera.

 

Come si prende l’abilitazione sul sostegno

Dunque, come si prende l’abilitazione sul sostegno? Inizialmente bisogna superare i test preliminari. Essi sono tre: preselettivo, scritto e orale.

Una volta fatto ciò, si possono intraprendere le lezioni vere e proprie. L’anno scolastico del TFA Sostegno dura ben 8 mesi. Durante tale periodo, come si è visto, si devono conquistare 60 CFU così distribuiti:

  • 36 CFU per le lezioni;
  • 9 CFU per i diversi laboratori;
  • 6 CFU per il tirocinio diretto;
  • 3 CFU per il tirocinio indiretto con le TIC;
  • 3 CFU per il tirocinio indiretto;
  • 3 CFU per la prova finale.

La prova finale è, appunto, quella che consente di acquisire l’abilitazione sostegno. I candidati, inoltre, devono assimilare le nozioni utili per la didattica inclusiva.

Ciò avviene studiando le seguenti discipline:

  • M-PED/03, Didattica e Pedagogia Speciale;
  • M-PED/01, Pedagogia della relazione d’aiuto;
  • M-PSI/04, Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione;
  • IUS/09, Istituzioni di Diritto Pubblico;
  • MED/39, Neuropsichiatria Infantile.

I tirocini, invece, si estendono nell’arco di 300 ore complessive. Al tirocinio diretto ne sono destinate la metà. 

Esso deve espletarsi all’interno delle istituzioni scolastiche nell’arco di 5 mesi. La supervisione dello stesso spetta al tutor tirocinante scelto tra i docenti della scuola in questione.

Invece, il tirocinio indiretto avviene presso gli stessi atenei che ospitano il TFA Sostegno. Durante tale progetto bisogna rielaborare l’esperienza professionale.

Ciò deve avvenire anche da un punto di vista personale e psico-motivazionale. La supervisione spetta ai docenti del Tirocinio Formativo Attivo. I laboratori, invece, sono diversificati per grado di scuola.

 

Quanto costa l’abilitazione sul sostegno

Il costo dell’abilitazione sostegno è sempre un argomento importante. Infatti, il futuro docente di sostegno investe su se stesso e sulla propria formazione. Tale investimento è fatto di tempo, denaro, studio e passione.

Risulta ovvio, quindi, che si debbano avere informazioni riguardanti anche il prezzo del TFA Sostegno. La prima spesa da affrontare concerne le prove preliminari. 

La cifra richiesta varia da ateneo ad ateneo. In ogni caso, i candidati saranno chiamati a versare tra 100 euro e 200 euro.

Una volta superate queste verifiche, i partecipanti possono intraprendere il Tirocinio Formativo Attivo. Anche qui, la somma da versare cambia da università a università.

Si può fare una piccola stima in base a quanto accaduto nelle precedenti edizioni. Chi vuole acquisire l’abilitazione sul sostegno deve pagare tra 2.500 e 3.500 euro.

Ovviamente, ci sono sedi che chiedono un prezzo minore, mentre altre che ne rivendicano di più. Le cifre menzionate, quindi, servono solo per dare un’idea approssimativa della spesa da affrontare per la specializzazione in questione.

 

Insegnante di sostegno senza abilitazione

L’abilitazione sostegno è necessaria per ottenere la cattedra a tempo indeterminato in tale settore. Infatti, essa è un titolo essenziale per partecipare al concorso nazionale di insegnanti di sostegno.

C’è, però, un ulteriore modo per iniziare a muovere i primi passi nel campo. Infatti, si possono adoperare quelle che vengono definite MAD. Tale acronimo indica le messe a disposizione.

Essa è una vera e propria autocandidatura che il singolo docente può inoltrare alle scuole. Qualora queste ultime si ritrovassero senza personale, infatti, potrebbero decidere di affidarsi a personale non specializzato.

Ciò, ovviamente, qualora le graduatorie di competenza risultassero ormai vuote. Un metodo utilizzato da molti in quanto troppo spesso la carenza di docenti di sostegno risulta essere cronica.

Chi invia la propria candidatura, però, deve avere dei titoli specifici. Pur essendo sprovvisti di specializzazione su sostegno, si deve comunque avere una titolo con accesso a una classe di concorso.

In tal modo si può tamponare la mancanza di personale qualificato pronto ad aiutare gli studenti con disabilità. Questo fattore rende ancora più palese il bisogno di acquisire l’abilitazione sul sostegno.

Infatti, è bene ribadirlo, solo la sua presenza può consentire l’accesso al ruolo a tempo indeterminato. Di conseguenza, la messa a disposizione può essere solo una soluzione temporanea.

 

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