Il concorso per insegnante di sostegno è uno dei più importanti concorsi pubblici in Italia. Esso garantisce l’accesso a una posizione altamente qualificata nel sistema scolastico nel nostro Paese.
Coloro che aspirano a ricoprire la cattedra a tempo indeterminato, però, non devono commettere un errore abbastanza comune. Infatti, si tende a confondere il concorso insegnante di sostegno con il TFA.
La sigla in questione indica il Tirocinio Formativo Attivo. Lo stesso è un percorso a numero chiuso che serve per raggiungere l’abilitazione sul sostegno. Il concorso vero e proprio, invece, è un esame a livello nazionale a cui i candidati possono aderire solo dopo aver conquistato l’abilitazione.
Per questo motivo, è evidente che ci sia il bisogno di fare un po’ di chiarezza sulla situazione. Così facendo si possono avere tutte le informazioni necessarie per svolgere l’incarico a cui molti aspirano.
Infatti, i professionisti che operano in questo settore sono coloro che detengono le sorti dell’inclusione scolastica. Attraverso di essa si garantisce il diritto allo studio di ogni allievo.
Che cos’è il concorso insegnante di sostegno
Come già detto, il concorso insegnante di sostegno è un processo volto a ottenere la cattedra a tempo indeterminato nel distretto indicato. Bisogna, quindi, tenere conto delle novità concorso docenti prima di poter analizzare la situazione.
Queste ultime, infatti, hanno visto la nascita di una nuova forma di reclutamento per quanti vogliano avvicinarsi a tale professione. Il tutto è partito dal Decreto-Legge n. 36 del 30 aprile 2022 che ha portato dietro di sé non pochi sconvolgimenti.
Per coloro che sono incuriositi dal concorso insegnante di sostegno, è importante prendere in considerazione le nuove misure messe in atto dal governo.
A tal proposito, il Decreto Ministeriale n. 259 del 30 settembre 2022 contiene le ultime direttive. In esse si parla della costituzione delle graduatorie per i professionisti del settore e le procedure selettive finalizzate all’immissione in ruolo.
Il nuovo procedimento prevede due modalità:
- il concorso nazionale per titoli;
- le graduatorie regionali di sostegno.
Il procedimento
Possono partecipare al concorso tutti coloro che hanno alle spalle la specializzazione nel settore. Si sta parlando, ovviamente, dei soggetti che hanno svolto il TFA Sostegno. Gli aspiranti docenti di sostegno possono intervenire alla prova nazionale in una sola regione di loro scelta.
Le graduatorie regionali di sostegno sono di recente costituzione e richiedono che i partecipanti siano già abilitati. Tuttavia, è possibile aderire anche se:
- si possiede una specializzazione acquisita all’estero, a patto che questa sia riconosciuta dalla Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione, entro i termini di scadenza dell’inoltro dell’istanza.
- se si ha la specializzazione sul sostegno presa all’estero può partecipare con riserva, a condizione che abbia inoltrato la richiesta di riconoscimento al medesimo organo istituzionale entro la data di scadenza per la presentazione dell’istanza di partecipazione al concorso.
Per partecipare al concorso, i candidati devono avere anche i titoli generali per l’accesso alla Pubblica Amministrazione. Questa decisione è stata stabilita a suo tempo dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 9 maggio 1994.
L’insegnante di sostegno, quindi, mette in pratica i progetti per valorizzare e supportare ogni singolo studente. Questo è un compito che richiede una grande quantità di lavoro e preparazione prima di assumere la cattedra.
Inoltre, la didattica inclusiva pretende, giustamente, la formazione continua dei docenti per garantire che siano in grado di adattare il loro approccio pedagogico.
Il tutto è da inquadrare in una specifica finalità. Infatti, serve per soddisfare le esigenze individuali dei loro studenti. Questo può includere la formazione sulla diversità e l’inclusione, nonché sulla tecnologia e altre strategie innovative.