Dal prossimo anno e fino al 31 Dicembre 2025, accanto al tradizionale percorso del TFA Sostegno verranno affiancati i corsi Indire. Ecco una breve guida alla scoperta delle differenze tra i due percorsi di specializzazione.
Come si può diventare oggi insegnante di sostegno?
Per poter diventare insegnante di sostegno, è necessario seguire un percorso di specializzazione, fermo restando il possesso di determinati requisiti che variano a seconda dell’ordine e grado della scuola di appartenenza per il classico TFA.
Per il 2025, il MIM ha previsto l’attivazione di ulteriori corsi di specializzazione sul Sostegno al fine di fronteggiare la carenza di docenti adeguatamente formati. Parliamo dei corsi Indire, attivati dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.
Cos’è il TFA Sostegno?
Il TFA sostegno, ovvero il classico Tirocinio Formativo Attivo, è un percorso di specializzazione offerto dagli Atenei italiani. I requisiti per poter avervi accesso variano a seconda che si tratti di scuola primaria o secondaria.
Per la scuola dell’Infanzia e Primaria, i candidati devono aver conseguito uno dei seguenti titoli:
- Abilitazione all’insegnamento ottenuta tramite laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia;
- Diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 e che può essere di due tipologie: diploma sperimentale a indirizzo psico pedagogico o linguistico, conseguito presso gli istituti magistrali o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia.
Per gli aspiranti docenti della scuola Secondaria di I e II grado è, invece, richiesto il possesso di uno dei seguenti requisiti:
- Abilitazione su una specifica classe di concorso o analogo documento estero riconosciuto in Italia;
- Laurea magistrale o magistrale a ciclo unico con accesso ad almeno una specifica classe di concorso;
- Diploma per ITP.
Cosa sono i corsi di INDIRE da 30 CFU?
I percorsi di specializzazione per il Sostegno offerti dall’Indire rappresentano una proposta formativa alternativa, progettata per rispondere al crescente fabbisogno di docenti qualificati nel supporto a studenti con disabilità.
Possono accedere ai percorsi di specializzazione Indire, i docenti che soddisfano uno dei seguenti requisiti:
- Aver svolto almeno tre anni di servizio sul sostegno, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni scolastici;
- Aver completato un percorso di specializzazione all’estero presso un’università accreditata o un ente autorizzato nel paese di origine, in attesa di riconoscimento, nonostante siano stati superati i termini di legge previsti, ovvero hanno in essere un contenzioso giurisdizionale per mancata conclusione del procedimento entro i termini di legge.
Quali sono le differenze tra il TFA Sostegno e i percorsi di INDIRE?
Sebbene entrambi siano stati pensati per offrire la specializzazione sul Sostegno, ci sono delle differenze sostanziali tra i due percorsi in termini di impegno richiesto e costi sostenuti.
Il divario maggiore nel confronto tra le due tipologie di corsi è rappresentato dal numero di crediti richiesti. Il TFA prevede un programma di 60 CFU comprensivo di prove selettive, didattica teorica, attività di tirocinio pratico e un esame finale complesso. Di contro, i percorsi Indire richiedono un impegno ridotto, con un numero di crediti dimezzato, ovvero 30.
Proprio a proposito del numero di crediti notevolmente inferiore rispetto al tradizionale TFA, i docenti già specializzati temono che l’equivalenza formale tra i due percorsi possa ridurre il valore e la qualità riconosciuta al loro titolo, creando disparità e mettendo in discussione la coerenza del sistema formativo.
Tale situazione ha alimentato un dibattito sulla necessità di garantire standard uniformi di formazione e qualificazione per mantenere elevata la preparazione degli insegnanti specializzati nel sostegno scolastico.
Quale dei due percorsi è il più completo dal punto di vista formativo?
I percorsi offerti dall’INDIRE si caratterizzano per una maggiore semplicità rispetto ai corsi attivati dalle Università tramite il tradizionale Tirocinio Formativo Attivo (TFA). Questi due percorsi si distinguono notevolmente sotto diversi aspetti, soprattutto per l’impegno richiesto ai candidati.
Il TFA classico, infatti, prevede un percorso formativo di circa nove mesi, con frequenza obbligatoria e lezioni in presenza.
Come detto sopra, a differenza dei percorsi INDIRE – che richiedono l’acquisizione di 30 CFU – il TFA sostegno tradizionale comporta il conseguimento di 60 crediti formativi universitari, inclusi 300 ore di tirocinio pratico. Inoltre, è necessario sostenere esami specialistici e affrontare un investimento economico significativo.
In termini di tempo, denaro e impegno personale, i percorsi tradizionali risultano più onerosi rispetto a quelli offerti dall’INDIRE. Tuttavia, tale impegno garantisce una preparazione più solida e riconosciuta su scala nazionale, con una maggiore spendibilità professionale.
Le polemiche sui i nuovi percorsi per la specializzazione su sostegno di INDIRE
I percorsi INDIRE, recentemente introdotti come alternativa al Tirocinio Formativo Attivo (TFA) tradizionale, hanno suscitato molte polemiche tra i docenti già specializzati attraverso il percorso classico.
Infatti, molti insegnanti già specializzati con il TFA tradizionale ritengono che questo percorso alternativo sminuisca la complessità della professione e l’importanza di una preparazione completa e rigorosa.
I docenti già formati attraverso il classico TFA sottolineano come il percorso di specializzazione abbia richiesto notevole dedizione, con un impegno che è andato ben oltre la semplice frequenza delle lezioni.
La loro formazione si è basata su una combinazione di teoria e pratica che ha permesso di sviluppare competenze cruciali per gestire situazioni complesse e per rispondere in modo adeguato ai bisogni educativi speciali degli studenti.
Per molti docenti specializzati, il percorso INDIRE sembra sacrificare questi elementi fondamentali, riducendo la formazione a un’esperienza di breve durata, e apparendo quindi meno rigoroso e meno incentrato sulla qualità della preparazione.
Inoltre, c’è il timore che un percorso formativo abbreviato non riesca a garantire le stesse competenze pratiche e teoriche necessarie per un ruolo delicato come quello del docente di sostegno.
In molti considerano ingiusto che chi si è specializzato attraverso il TFA tradizionale – investendo tempo, energie e risorse economiche significative – debba condividere lo stesso titolo con chi ha seguito un iter formativo percepito come facilitato e meno esigente.