Il docente inclusivo

Docente inclusivo

Il docente inclusivoIl docente inclusivo si impegna a promuovere l’uguaglianza, la diversità e l’accoglienza. Inoltre, è una figura di riferimento per gli studenti, che li aiuta a sentirsi accettati e rispettati.

In una scuola che ospita alunni con vissuti differenti tra di loro, l’apporto del docente inclusivo è fondamentale. La sua presenza è una garanzia di tutela dei diritti di ogni alunno.

La sua professionalità è una risorsa preziosa per l’intero istituto, poiché contribuisce a creare un ambiente di apprendimento sereno e sicuro. Per questo motivo, chiunque voglia aderire al TFA Sostegno 2023 deve conoscere bene i dettagli di un siffatto professionista.

 

Chi è il docente inclusivo

Quando si parla di docente inclusivo, ci si riferisce a un insegnante specifico. Egli, infatti, ha seguito un corso di specializzazione universitario. Lo stesso serve per acquisire le competenze necessarie a sostenere gli studenti con difficoltà di apprendimento.

Tale programma, chiamato TFA Sostegno, dura otto mesi e comprende lezioni, laboratori e tirocini. Il docente di sostegno è una figura chiave per la realizzazione dell’integrazione tra i banchi di scuola.

Il tutto è in linea con l’articolo n. 34 della Costituzione italiana, che sancisce l’accesso all’istruzione per tutti. 

Inoltre, è imprescindibile per sostenere gli studenti con disabilità. Per questo motivo i candidati al ruolo in questione devono apprendere numerose nozioni e fare pratica sul campo.

Ciò implica che questo tipo di professionista deve avere delle competenze trasversali. Infatti, deve essere ferrato sia in ambito nozionistico sia in ambito pratico. In tal modo è in grado di implementare le capacità degli allievi a cui è stato affidato.

 

I compito dell’insegnante di sostegno

Da quanto detto finora è evidente che non sia possibile fare a meno del docente inclusivo all’interno della scuola. Egli deve fornire un sostegno individualizzato agli studenti con difficoltà psicologiche e/o fisiche.

Ciò porterà gli alunni in questione a integrarsi con il resto della classe. Inoltre, deve collaborare con i professori curriculari, i familiari e i sanitari per garantire un ambiente di apprendimento ottimale.

Inoltre, l’insegnante a cui si sta facendo riferimento deve essere in grado di adattare le lezioni e le attività. Ciò consentirà la loro accessibilità a tutti i discenti.

Fornisce anche un sostegno emotivo agli studenti. Infatti, riconosce e comprende le loro emozioni aiutandoli a gestirle in modo appropriato.

Il tutto deve avvenire in un clima di collaborazione totale, come è già stato fatto notare in precedenza. Questo perché il docente inclusivo è assegnato alla classe, di cui diventa pienamente contitolare, e non al singolo alunno.

In poche parole, questo professionista fa da collante e da motore all’interno dell’integrazione scolastica. La sua presenza permette un dialogo costante tra le parti.

Infine, egli è chiamato a programmare il percorso didattico dei discenti a cui è affidato. Nel caso degli studenti con disabilità lo fa attraverso un documento ufficiale.  Lo stesso prende il nome di Piano Educativo Individualizzato conosciuto dai più con la sigla PEI.

 

Come diventare un docente inclusivo

Quindi, per divenire docente inclusivo bisogna attenersi alle regole stabilite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per diventarlo è necessario sostenere il Tirocinio Formativo Attivo (TFA).

Si tratta di una specializzazione universitaria a numero chiuso che ha lo scopo di abilitare nell’ambito del sostegno. In questo modo, l’integrazione scolastica può contare su professionisti preparati al meglio.

Per partecipare al TFA Sostegno 2023, è necessario assicurarsi di avere i requisiti richiesti. Una volta verificato di possederli, è possibile presentare la domanda per le prove preselettive.

Se superate queste ultime, si può iniziare il percorso formativo. Per conoscere i criteri necessari per partecipare al TFA Sostegno, è necessario fare riferimento al Decreto Ministeriale n. 92 dell’8 febbraio 2019.

Questo documento specifica quali titoli sono necessari a seconda dell’ordine e del grado della scuola di appartenenza.

Nella scuola dell’infanzia e primaria, per esempio, è doverosa una delle seguenti qualifiche:

  • abilitazione all’insegnamento conseguita attraverso la laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. In alternativa, un titolo conforme acquisito all’estero e riconosciuto nel nostro Paese;
  • diploma magistrale abilitante, compreso il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, o un diploma sperimentale a indirizzo linguistico. In alternativa, va bene anche un titolo analogo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia. Però, c’è un dettaglio da tenere in considerazione. Infatti, devono essere stati acquisiti entro l’anno scolastico 2001/2002.


Nella
scuola secondaria di I e II grado, invece, i concorrenti devono avere una tra:

  • l’abilitazione su una specifica classe di concorso;
  • la laurea magistrale o magistrale a ciclo unico in aggiunta ai 24 CFU per l’insegnamento.

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