Insegnanti di sostegno

-tfa sostegno-

-tfa sostegnoAlcuni ruoli sono più impegnativi di altri. Lo sanno bene coloro che aspirano a diventare insegnanti di sostegno. Infatti, prima di raggiungere tale traguardo, devono essere certi di possedere tutti i requisiti adatti.

Il MIUR ha messo in atto un percorso formativo preciso che trova riscontro nel TFA Sostegno. Quest’ultimo è nato attraverso il Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010.

È utile mettere in atto un’analisi dettagliata di tali professionisti. Così si potranno comprendere non solo i loro compiti, ma anche la strada per raggiungere tale posizione lavorativa.

Si ricorda, inoltre, come i suddetti docenti non siano affatto confinati a operare solo per lo studente con disabilità. Essi sono affidati alla classe come insieme.

A stabilirlo ci pensa la Nota MIUR n. 2215 del 26 novembre 2019. Ivi si legge che «il docente di sostegno, come più volte afferma la norma, è assegnato alla classe, di cui diventa pienamente contitolare, e non al singolo alunno».

 

Chi sono gli insegnanti di sostegno

Dunque, chi sono gli insegnanti di sostegno? Dei professori e delle professoresse specializzati nel settore del sostegno. Tale specializzazione deriva dall’abilitazione ottenuta attraverso il TFA Sostegno.

Il percorso in questione, dunque, è organizzato dalle differenti università sparse lungo il territorio italiano. Naturalmente, ciò deve avvenire sotto la giurisdizione del Ministero dell’Istruzione.

Per accedere al TFA Sostegno 2023, però, i candidati dovranno prima verificare di avere i requisiti adatti allo scopo. Fatto ciò, potranno affrontare le prove preselettive. Solo superandole potranno finalmente fare il proprio ingresso nel Tirocinio Formativo Attivo.

Le funzioni di questi professionisti, in ogni caso, risultano essere molte e anche assai dissimili tra di loro. Gli insegnanti di sostegno sono coloro che mettono in pratica il diritto allo studio di tutti.

Infatti, grazie a tale presenza, è possibile eseguire la didattica inclusiva. Quest’ultima ha al proprio interno molteplici progetti utili allo scopo.

Ne è un esempio il Piano Educativo Individualizzato che elabora e fa mettere in atto tutte le azioni valide per gli alunni con difficoltà. Quest’ultimo deve riguardare:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
  • la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
  • la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
  • la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.

Allo stesso tempo, però, gli insegnanti di sostegno devono richiedere la collaborazione generale. La classe, gli educatori, ma anche gli enti locali devono essere parte attiva. Ciò consente ai discenti con disabilità di riuscire ad attuare con maggiore semplicità il loro traguardo scolastico.

 

Requisiti di accesso TFA Sostegno

Come si vedrà meglio in seguito, per diventare insegnanti di sostegno bisogna possedere precisi requisiti di accesso. Questi ultimi danno il via libera alle prove preliminari del corso formativo in questione.

Il Decreto Ministeriale n. 92 dell’8 febbraio 2019 ha precisato quali debbano essere i titoli per il reclutamento dei candidati. Essi si differenziano a seconda dell’ordine e del grado della scuola per cui si partecipa.

Per la scuola dell’infanzia e quella primaria è doveroso avere nel proprio curriculum vitae uno dei seguenti titolo:

  • abilitazione all’insegnamento scaturente dalla laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. In alternativa, un titolo conforme acquisito all’estero e riconosciuto nel nostro Paese;
  • diploma magistrale abilitante, compreso il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, o un diploma sperimentale a indirizzo linguistico. In alternativa, va bene anche un titolo analogo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia. Tutti, però, devono essere stati acquisiti entro l’anno scolastico 2001/2002.

Per la scuola secondaria di primo e secondo grado, invece, bisogna detenere un titolo tra:

  • abilitazione su una specifica classe di concorso;
  • laurea magistrale o magistrale a ciclo unico in aggiunta ai 24 CFU per l’insegnamento.

C’è, però, un’ulteriore categoria da analizzare, quella degli insegnanti tecnico pratici. Anche per gli ITP ci sono delle predisposizioni iniziali da avere per poter presentare la propria candidatura al TFA.

Essi, però, verranno a breve modificati in maniera sostanziale. Infatti, fino all’anno scolastico 2024/2025 è possibile partecipare con il solo diploma tecnico che dà accesso alla classe di concorso.

Il Decreto-Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017 ha apportato un cambiamento significativo. Dopo la data menzionata diverrà obbligatorio avere i titoli elencati di seguito:

  • la laurea di primo livello, ovvero triennale, oppure titolo equipollente o equiparato;
  • i 24 CFU/60 CFU acquisiti in forma curriculare aggiuntiva o extra-curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Devono, però, essere coperti almeno tre tra i quattro ambiti disciplinari di Pedagogia, Psicologia, Antropologia e Metodologie e Tecnologie didattiche.

 

Come si diventa docenti di sostegno

È evidente, dunque, quanto questi professionisti siano vitali nella scuola. La società odierna presenta una miriade di sfaccettature di cui bisogna tenere sempre conto. Nessuno deve in alcun modo essere lasciato indietro o messo da parte.

Resta da comprendere come si diventi docenti di sostegno. Il Tirocinio Formativo Attivo è la via ufficiale messa in atto dal MIUR. Non tutti, però, posseggono i requisiti adatti allo scopo.

Il TFA serve per ottenere l’abilitazione sul sostegno. Per raggiungere il ruolo a tempo indeterminato, invece, si deve adoperare il titolo di cui sopra per partecipare al concorso nazionale per l’insegnamento del sostegno.

Dopo aver controllato l’effettivo possesso dei requisiti di accesso TFA Sostegno, si deve partecipare alle prove preselettive. Quest’ultime sono state menzionate per la prima volta dal Decreto Ministeriale 30 settembre 2011.

Le verifiche iniziali sono:

  • prova preselettiva;
  • prova scritta;
  • prova orale.

Dopo l’adempimento di tutte queste verifiche, i candidati possono finalmente intraprendere il vero percorso formativo. Il TFA Sostegno è strutturato in un anno scolastico della durata di 8 mesi.

Durante lo stesso si configurano diversi progetti da realizzare. Non ci sono solo lezioni da seguire, ma anche i laboratori e i tirocini di varia natura. Al termine di tutto ciò si deve affrontare un test finale in grado di dare il libero accesso all’abilitazione tanto agognata.

 

Quali sono i compiti di un insegnante di sostegno

Per svolgere al meglio il ruolo di insegnanti di sostegno si devono accumulare un numero cospicuo di conoscenze in ambito pedagogico. Ovviamente, le nozioni da assimilare non si fermano qui.

Le varie competenze servono a espletare tutte le funzioni necessarie per concretizzare la didattica inclusiva. Infatti, lo studente con disabilità deve essere messo nelle condizioni di poter raggiungere i traguardi scolastici prefissati.

Le lezioni impartite devono adattarsi al suo fruitore anche in base alle problematiche da lui stesso riscontrate. Per tale ragione deve essere sviluppato a inizio anno il PEI di cui si è accennato in precedenza.

Il Piano Educativo Individualizzato deve contenere gli obiettivi didattici, ma anche quelli di socializzazione. Deve catalogare i metodi, i materiali, i sussidi e anche le tecnologie adoperate durante i processi educativi.

Altresì, deve fornire le metodologie di valutazione che occupano un posto importante assieme alle forme di integrazione extra-scolastiche.

L’estrema professionalità, dunque, deve andare di pari passo con l’empatia. Gli insegnanti di sostegno, infatti, occupano una posizione abbastanza complessa e delicata.

Per tale ragione è ovvio che chiunque si appresti ad affrontare il TFA Sostegno ne debba essere conscio. Nelle scuole italiane, infatti, serve con grande urgenza un numero cospicuo di operatori qualificati sotto tutti i punti di vista.

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