La tanto attesa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM concernente il percorso abilitante 60 CFU dovrebbe avvenire, secondo indiscrezioni più che attendibili, il 25 settembre. Del resto, Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha firmato il provvedimento già ad inizio agosto.
Da precisare che la ratifica del decreto attuativo ha seguito un dettagliato dialogo con la Commissione Europea e un’interazione produttiva con le associazioni sindacali. Integrando nel processo anche le opinioni di enti accademici e istituzioni scolastiche.
Il DPCM 60 CFU rappresenta un pilastro cruciale per l’effettiva implementazione della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (DL 36/2022 convertito nella legge n. 79/2022), promossa dall’ex Ministro Bianchi. Con la sua divulgazione sulla Gazzetta Ufficiale, avrà inizio anche la realizzazione dei percorsi formativi abilitanti da 60, 30 e 36 CFU.
Percorso abilitante 60 CFU: il nuovo reclutamento dei docenti
La grande novità introdotta dalla Riforma Bianchi sta quasi tutta nell’istituzione del percorso universitario/accademico di formazione iniziale abilitante di 60 CFU/CFA. Che hanno preso il posto dei 24 CFU.
Si tratta, nello specifico, di Crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche.
Ma, soprattutto, con i 60 CFU/CFA cambia anche il reclutamento dei docenti della scuola Secondaria di primo e di secondo grado. Mentre resta tutto invariato per quanto concerne la scuola dell’Infanzia e Primaria.
Il nuovo percorso di reclutamento degli aspiranti docenti è, pertanto, il seguente:
- laurea magistrale (triennale per ITP) + percorso di abilitazione di 60 CFU/CFA + concorso + anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva.
Cosa prevede il DPCM 60 CFU?
Il DPCM relativo ai 60 CFU delineerà le seguenti direttrici:
- Piano formativo: Il documento stabilirà il numero di CFU richiesti per ciascuna modalità di abilitazione. Le cifre oscillano tra 60 CFU per le nuove abilitazioni e 36 CFU per chi ha già ottenuto 24 CFU secondo le precedenti direttive.
- Analisi del fabbisogno: Sarà compito del Ministero dell’Istruzione e del Merito valutare il numero di insegnanti necessari nel triennio a venire, considerando tutte le categorie di istituti, ivi inclusi quelli paritari e quelli operanti all’estero.
- Parametri di allocazione: Il Ministero dell’Università stabilirà il limite sostenibile di percorsi formativi, ponderando sia l’esigenza stimata sia le risorse universitarie disponibili.
- Incongruenze: Fonti indicano un potenziale disallineamento tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che stima le necessità, e il Ministero dell’Università, che definisce il numero di corsi. Tale incongruenza potrebbe causare distribuzioni geografiche disomogenee dei posti disponibili.
- Punti chiave del DPCM: Il testo tocca vari argomenti, quali i programmi di studio, l’architettura dell’offerta (60 CFU/CFA), la presenza obbligatoria, la modalità dell’esame conclusivo e gli oneri. È da evidenziare la previsione di sedi dedicate a docenti già inseriti nel sistema, distribuite in funzione dei vari cicli formativi.
- Aggiornamenti dal Decreto PA bis: Nel biennio accademico 2023/2024 e 2024/2025, si prevede la possibilità di svolgere fino al 50% delle attività in modalità digitale, ad eccezione di tirocini e laboratori.
- Riforma rilevante: È stata abrogata la limitazione relativa al totale di abilitati per alcune classi di concorso, facilitando l’accesso all’abilitazione.
- Pianificazione: Nonostante l’assenza di annunci formali, è plausibile che i programmi prendano il via tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024.
- Termine: La conclusione dei percorsi dovrebbe avvenire durante l’anno accademico 2023/24, con un esame finale scritto affiancato da una lezione simulata.
Com’è strutturato il Percorso abilitante 60 CFU?
Il percorso di formazione abilitante 60 CFU si articola in base alle specifiche classi di concorso designate. Questo significa che, diversamente dai percorsi relativi ai 24 CFU di carattere generale, i nuovi programmi avranno un focus specifico, correlato alla classe di concorso di appartenenza.
Più precisamente, accanto alle discipline generali valide per varie classi di concorso, si troveranno lezioni dedicate alla materia di specializzazione. Inoltre, verrà previsto un tirocinio in linea con la classe di concorso di riferimento.
Tuttavia, la piena implementazione del percorso formativo da 60 CFU sarà effettiva solo dal 1° gennaio 2025. Durante il periodo precedente, si assisterà a una fase di transizione in cui sarà possibile sfruttare i 24 CFU (a patto che siano stati ottenuti entro il 31 ottobre 2002). Contemporaneamente, verranno introdotti moduli formativi da 30 e 36 CFU.
Ecco, nel dettaglio, i 5 percorsi previsti:
- Percorso da 60 CFU: entrerà a pieno regime nel 2025, dato che da quella data l’abilitazione diverrà un requisito essenziale per accedere ai concorsi.
- Percorso da 30 CFU: rivolto a docenti già abilitati o che hanno conseguito una specializzazione in una diversa classe di concorso o grado di istruzione.
- Percorso da 30 CFU: dedicato a docenti con almeno tre anni di servizio nelle scuole statali o paritarie, di cui uno almeno nella specifica classe di concorso, e a coloro che hanno superato la prova concorsuale del concorso “straordinario bis”.
- Percorso da 30 CFU: previsto per i neolaureati o per chi non ha acquisito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 (validi per partecipare ai concorsi fino alla fine del 2024), con l’obbligo di integrare i crediti in caso di vittoria in un concorso.
- Percorsi da 30 o 36 CFU/CFA: destinati a candidati ai concorsi che non hanno già ottenuto l’abilitazione. Questi itinerari si suddividono in tre categorie, in base al profilo del candidato:
- percorso da 30 CFU/CFA per chi si candida con il titolo di accesso + 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni nella scuola statale, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale si partecipa;
- percorso da 30 CFU/CFA per chi partecipa al concorso con solo 30 CFU/CFA;
- percorso da 36 CFU/CFA per chi si candida con il titolo di accesso + 24 CFU ottenuti entro il 31 ottobre 2022.
Percorso abilitante 60 CFU: in arrivo il DPCM. Il ruolo dell’Anvur
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM 60 CFU, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario (Anvur) approverà le Linee guida per l’accreditamento dei percorsi formativi destinati agli insegnanti.
Queste direttive incorporeranno le disposizioni del Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017. Nei prossimi anni accademici 2023/2024 e 2024/2025, inoltre, le attività potranno essere effettuate in remoto per al massimo il 50% del totale, fatta eccezione per tirocini e laboratori.
L’Anvur stabilirà che ogni percorso formativo sia guidato da un direttore, che dovrebbe appartenere alla I o II fascia dell’ambito accademico.
La struttura del programma dovrà aderire a criteri stabiliti e riguardare le competenze specifiche della classe di concorso in questione.
Sono state dettagliate le disposizioni in merito alla capienza degli ambienti e alla qualità dell’insegnamento: per un contingente fino a 1.000 iscritti, si richiedono almeno due docenti per le discipline generali e uno specializzato nella materia d’interesse.
Nel caso il numero di iscritti ecceda 1000, per ogni incremento di 500 studenti si prevede un incremento di due docenti. Almeno un paio di docenti per programma dovrebbero far parte dell’organizzazione formativa.
Per la didattica a distanza, sono previsti un tutor per la parte tecnica e uno per il contenuto per ciascun 250 iscritti, con qualifiche adeguate ed esperienza rilevante.
Riguardo alle lezioni in presenza, la capienza delle aule dovrà coincidere con il numero di iscritti. Le tecnologie audio e video devono essere garantite per le possibili esigenze di movimento degli iscritti tra gli spazi. Per i laboratori, si stabiliscono requisiti riguardo alle attrezzature e alla capienza in relazione ai partecipanti.
Un gruppo di verifica monitorerà la corrispondenza tra le risorse, compresi docenti, tutor, spazi e laboratori, e il numero degli studenti.