L’accesso alla vita scolastica è un diritto fondamentale per ogni studente e promuovere la didattica inclusiva è di vitale importanza. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha il compito di assicurare l’accesso a coloro che presentano varie forme di impedimento.
Negli anni, sono state introdotte diverse norme per rendere effettiva l’attuazione della didattica inclusiva. Si è puntato anche allo sviluppo di progetti pratici sul campo.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve favorire l’inclusione attraverso la presenza di insegnanti di sostegno. Inoltre, deve effettuare l’assegnazione di adeguate risorse per la messa in atto di adeguate strategie.
I docenti di sostegno hanno la responsabilità di fornire supporto didattico ed educativo. Ciò vale non solo agli studenti con disabilità, ma anche di mantenere il controllo dell’intera classe.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario seguire un percorso di formazione adeguato. Lo stesso prevede una specializzazione universitaria.
Attualmente, i potenziali candidati interessati a diventare insegnanti di sostegno stanno attendendo l’annuncio del bando per il TFA Sostegno 2023. Attraverso tale bando sarà possibile ottenere l’abilitazione specifica in questo campo.
Cos’è la didattica inclusiva
La forza della didattica inclusiva deriva dalla normativa italiana. Quest’ultima sottolinea l’apertura della scuola a tutti, come stabilito nell’articolo n. 34 della Costituzione. Tale principio fondamentale fornisce il supporto essenziale per la realizzazione del progetto di inclusione.
Il Ministero dell’Istruzione ha il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono agli alunni di godere del loro diritto all’istruzione. Ciò comporta l’adozione di una serie di azioni utili a garantire un’educazione accessibile a tutti.
Le barriere che impediscono l’accesso al diritto allo studio devono essere eliminate. Deve essere valido non solo per alcune persone, ma per tutti, compresi coloro che hanno diverse tipologie di disabilità.
L’integrazione scolastica rappresenta uno dei valori fondamentali del sistema educativo italiano e ha radici profonde. Per esempio, il Decreto Ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010 ha istituito il TFA Sostegno, che mira a promuovere l’inclusione.
Uno degli obiettivi principali della didattica inclusiva è ridurre le disparità causate dalle difficoltà individuali degli studenti. Nessun allievo dovrebbe essere lasciato indietro.
Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che tutti collaborino per assicurare il successo del progetto. Deve, quindi, essere un lavoro di squadra costante.
Le metodologie della didattica inclusiva
Per garantire un’efficace integrazione scolastica, i docenti di sostegno e non solo devono adottare le adeguate strategie. In questo ambito, le metodologie della didattica inclusiva giocano un ruolo fondamentale.
Gli insegnanti di sostegno dispongono di vari strumenti validi per assicurare che le lezioni siano equamente accessibili ai discenti discenti. Gli strumenti in questione ci sono:
- l’apprendimento cooperativo;
- il lavoro di gruppo e/o a coppie;
- il tutoring;
- l’apprendimento per scoperta;
- la suddivisione del tempo in tempi;
- l’utilizzo di mediatori didattici;
- l’uso di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici.
L’apprendimento cooperativo è una metodologia che offre numerosi benefici per la didattica inclusiva. Questo approccio didattico promuove l’interazione e la collaborazione tra gli alunni, permettendo loro di lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni.
Al centro di tutto ciò c’è il PEI, ovvero il Piano Educativo Individualizzato. Qui sono inseriti:
- gli itinerari di lavoro;
- i metodi;
- i materiali;
- le tecnologie adoperate durante le lezioni;
- i criteri e i metodi di valutazione;
- le forme di integrazione tra scuola ed extrascuola.
Bisogni Educativi Speciali
Quando si affronta il tema della didattica inclusiva, è fondamentale considerare anche i Bisogni Educativi Speciali (BES). È importante sottolineare che questa categoria non riguarda solamente gli studenti con disabilità. Infatti, sono presenti:
- disabilità;
- disturbi evolutivi specifici;
- svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
Per disturbi evolutivi specifici, si intendono principalmente i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), ma non solo. Questa categoria comprende anche i deficit del linguaggio e delle abilità non verbali.
Inoltre, è possibile includere le difficoltà motorie e i problemi legati all’ADHD, ovvero Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.
Tuttavia, quando si tratta dei BES, è importante considerare un’importante risorsa: il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Lo stesso è stato precedentemente discusso.
Il PEI è uno strumento essenziale per garantire un’adeguata programmazione e supporto personalizzato agli studenti con BES.
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