Molti docenti sono spesso come il buon vino. Invecchiando migliorano. E qualche fin troppo zelante dirigente scolastico ha allora ben pensato di applicare alla lettera la metafora. Relegando il malcapitato insegnante addirittura in cantina. Facendo andare su tutte le furie il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, che parla di
mobbing. E spingendo l’esponente di FdI, Andrea Delmastro Delle Vedove, ad investire della questione il Parlamento. Il tutto mentre in rete circolano testimonianze e video di docenti esasperati e indignati.
La decisione del Ministero
Ad integrazione del Decreto legge n. 24 del 24 marzo 2022, il Ministero dell’Istruzione ha diramato una circolare per chiarire alcuni aspetti relativi ai docenti non vaccinati. La stessa prevede che, a partire dal 1° aprile, “il personale docente ed educativo inadempiente all’obbligo vaccinale potrà essere impiegato nello svolgimento di tutte le altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni. Quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione”. Nel documento viene, inoltre, ribadito che l’obbligo vaccinale a carico di tutto il personale scolastico resta valido fino al 15 giugno. Ragion per cui i docenti non vaccinati, pur rientrando in servizio, non potranno svolgere alcuna attività didattica né avere contatti con gli studenti. Ovvero, saranno dichiarati temporaneamente inidonei all’insegnamento. Il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale impone, quindi, al dirigente scolastico di trovare un’occupazione alternativa per impiegare il docente inadempiente. Con un orario di lavoro pari a 36 ore settimanali. Con nuove mansioni e nuove postazioni. L’insegnante dovrà, ad ogni modo, sottoporsi preventivamente a tampone. Nessun ostacolo, di contro, per la partecipazione agli organi collegiali, incontri di programmazione, intersezione, colloqui, formazione, eccetera.
Dirigenti scolastici “senza scrupoli”
L’ampia discrezionalità concessa dal Miur ai dirigenti scolastici nella gestione dei docenti non vaccinati, tuttavia, ha creato imbarazzo e paradossi. Mettendo a nudo tutta la mancanza di fantasia e l’assenza di un pur minimo spirito di ottimizzazione. Alcuni dirigenti, infatti, piuttosto che sfruttare adeguatamente la disponibilità di questi insegnanti, hanno ben pensato di metterli “in castigo”. Niente attività di biblioteca o legate ai libri di testo. Niente programmazione, progettazione o ricerca. Nessuna attività di supporto all’insegnamento. Niente di tutto questo. Archiviando in maniera sbrigativa la questione, infatti, qualcuno di loro ha preferito destinare i docenti non vaccinati in uno scantinato o in uno sgabuzzino. Tra sedie, banchi e altri materiali ammassati alla rinfusa. In mezzo alla polvere, all’umidità ed alla muffa. Altri hanno optato per stanzette più o meno anguste e sottoscala. Semplicemente una follia. Figlia di un’errata interpretazione della nota ministeriale o scelta consapevole?
La polemica
“Le scuole non sono caserme, bensì luogo di educazione!”, ha immediatamente tuonato il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico. “Il problema fondamentale sui docenti non vaccinati – puntualizza con forza – rimane quello del Green pass. E da parte nostra abbiamo fatto ricorso spiegando che non bisognava attuare alcuna discriminazione. Non ci fermeremo. La nostra battaglia in tribunale va avanti. Bisogna finirla di prendersela sempre contro il personale docente. E siamo certi che nell’ultimo grado di giudizio dimostreremo che il principio di comune convivenza deve prevalere”. Quindi, ha concluso: “È intollerabile che 4mila docenti non vaccinati siano ora costretti a passare a 36 ore di lavoro settimanale, come se fossero inidonei. Ed è altrettanto chiaro che se ci sono dirigenti scolastici che mettono i docenti negli scantinati pongono in essere un’intollerabile operazione di mobbing”.
A far sentire il proprio disappunto è anche un’insegnante, che non esita a pubblicare una testimonianza video shock. Tra vecchi banchi, sedie e muffa. “Questa è la discriminazione di una docente – protesta – che è stata collocata in questa stanza umida e piena di muffa a fare cosa non si sa. È uno scandalo. Uno stato ignobile, una vergogna. Io non posso lavorare tranquillamente perché loro adottano questo sistema. Non posso stare a contatto con i miei alunni, ma devo stare in questo bunker come se fossi un untore”.
A puntare il dito è anche Mario Giordano, conduttore della trasmissione “Fuori dal coro” in onda su Rete 4. In una recente puntata dedicata alla vicenda, infatti, il noto giornalista ha urlato: “Professori riammessi ma che non possono entrare in aula, né fare lezione. E, intanto, pagano i sostituti. Che senso ha? E’ un paese di matti! E i docenti non vaccinati? Li paghiamo per non fare nulla. Vengono umiliati in uno scantinato pieno di muffa ed umidità. Un Paese che fa una cosa così, è semplicemente un paese di matti”.
L’interrogazione parlamentare
In particolare, ha suscitato grande scalpore quanto accaduto presso l’istituto comprensivo “Ferraris” di Vercelli. Qui, infatti, ai docenti non vaccinati è stato riservato come ambiente di lavoro uno sgabuzzino. Con l’onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia) che ha annunciato di aver presentato al riguardo un’interrogazione parlamentare. “Su questa incresciosa situazione – ha illustrato – ho presentato un’interrogazione. E questo dopo che l’assessore Emanuele Pozzolo ha inviato al sottoscritto la fotografia dello sgabuzzino angusto e non areato ove sono stati confinati, come roditori, gli insegnanti non vaccinati, pur essendo cessato lo stato di emergenza legato alla pandemia: si tratta di una situazione disumana e inaccettabile. E’ assurdo che i docenti siano stati riammessi a scuola, ma adibiti a mansioni diverse, secondo le fulgide e brillanti idee del Ministro Speranza che, senza alcuna giustificazione scientifica, mantiene restrizioni che si traducono in misure degradanti, disumane e vessatorie e che non hanno alcuna giustificazione sanitaria”. L’esponente di FdI ha, infine, aggiunto: “Ho immediatamente depositato un’interrogazione per chiedere al Ministro Speranza se tali condizioni non impongano di rivedere la folle normativa per gli insegnanti non vaccinati. Nonché per richiedere un immediato intervento presso il provveditorato competente per una sistemazione diversa per gli insegnanti non vaccinati e la contestuale cessazione di tale trattamento vessatorio”. Da parte sua, intanto, il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Ferraris” di Vercelli si difende, parlando di “foto estrapolata” e di “evidente strumentalizzazione politica”. “I docenti in questione – puntualizza – sono tre, in attesa che un quarto riprenda il servizio. Ho parlato a lungo con loro, prima che l’on. Delmastro presentasse la sua interrogazione parlamentare. E nessuno di loro si è minimamente lamentato, anche perché non ne ha alcuna ragione. Nel rispetto delle nuove norme di legge, sono stati indirizzati verso mansioni ben precise, ma non sono affatto costretti a stare confinati come roditori in uno sgabuzzino angusto e non areato”. A ridimensionare la vicenda arriva, inoltre, anche una nota congiunta sottoscritta da 115 lavoratori tra docenti e personale ATA. “Riteniamo necessario precisare – scrivono – che nessuno dei nostri colleghi reintegrati in servizio dal D.L.24/2022 è stato sottoposto a trattamento degradante, vessatorio o lesivo della dignità umana, né alcuno di essi è stato confinato in uno sgabuzzino, come un roditore”. Polemica chiusa? Neanche per sogno.
La risposta
Per nulla turbato né preoccupato dalle polemiche, il presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP), Antonello Giannelli, ha fatto sapere: “Ci arrivano segnalazioni in merito a numerose diffide nei confronti dei dirigenti scolastici. Sia tramite gli avvocati che attraverso le organizzazioni sindacali. Tuttavia, a questi signori sfugge che il preside agisce nel rispetto della legge. Quindi non ha nemmeno l’obbligo di risposta. Ma se proprio vuole rispondere a questa diffida, non deve fare altro che rimandare al testo di legge”.
Irremovibile anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. “I docenti non vaccinati non tornano in classe”, ribadisce con fermezza. “Coloro che dovrebbero insegnare il rispetto delle regole ai nostri ragazzi – polemizza – dovrebbero essere i primi a dare l’esempio. Mancano due mesi alla conclusione dell’anno scolastico. E ritengo che, anche da un punto di vista strettamente pedagogico, non sia affatto una buona cosa reinserire adesso chi era stato sospeso. Per i bambini ed i ragazzi l’insegnante è un’importante figura di riferimento. Cambiarla adesso avrebbe davvero poco senso”.