La riforma Bianchi per il reclutamento dei docenti non ha consensi

Negli ultimi anni il percorso che porta i docenti precari al ruolo è stato costellato di problematiche e pensieri discordanti. Il concorso ordinario di quest’anno ha aggravato una situazione già precaria vedendo la bocciatura della maggior parte dei suoi partecipanti.

Per questi e molti altri motivi, dunque, il Ministro

dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha pensato di presentare ai sindacati una bozza del nuovo metodo di reclutamento docenti. Quanto mostrato, però, non è piaciuto affatto.

 

Il rinnovo del reclutamento docenti

La riforma proposta dal nuovo Ministro dell’Istruzione sta riscontrando parecchie diffidenze. Il percorso formativo introdotto sarebbe troppo articolato e andrebbe a svantaggiare molti aspiranti docenti. Non sono passati molti anni, infatti, dall’introduzione dei 24 CFU supplementari.

In ogni caso, la nuova forma di reclutamento deve tener conto dell’assenso della Commissione Europea. Le sue basi sarebbero, difatti, state poggiate sui fondi del nuovo Pnrr.

Entro giugno si prevede l’uscita del nuovo bando di reclutamento. Come era già stato preannunciato, il Ministro Bianchi ha tutta l’intenzione di procedere in maniera annuale con i concorsi che dovrebbero portare i nuovi docenti in cattedra.

 

Cosa prevede la nuova bozza

Le modalità di reclutamento proposte hanno scatenato l’indignazione di sindacati e aspiranti docenti. I 24 CFU citati in precedenza verranno sostituiti da 60 CFU formativi.

Per i neolaureati, ad esempio, sono previsti 60 CFU da aggiungere al normale programma universitario a loro disposizione. Vi sarà, però, la possibilità di integrarli già durante il periodo di formazione magistrale.

Dopo aver raggiunto tali crediti formativi, si dovrà affrontare una prova abilitante e, infine, il concorso per conquistare la cattedra per cui si concorre.

Diverso è il discorso per i precari con 3 anni di servizio alle proprie spalle. Tali docenti, infatti, potranno accedere al concorso ordinario evitando di dover acquisire ulteriori CFU.

Superate le prove del concorso, si dovrà però svolgere un lavoro part-time presso un istituto scolastico e integrare nel proprio curriculum vitae 30 CFU e superare l’anno di prova.

Un percorso, quindi, estremamente articolato per chiunque voglia entrare nel mondo della scuola. I problemi riscontrati dagli addetti ai lavori sono diversi, ma due spiccano su tutti.

I crediti formativi richiesti sono decisamente troppi, dato che andranno a sommarsi a quelli già richiesti dalla normale laurea. Inoltre, una volta acquisiti non si ha l’accesso immediato al ruolo, ma si devono comunque superare ulteriori prove.

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