Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il decreto legge che introduce misure urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il testo è stato poi integrato con norme che prevedono:
- nuove regole per la formazione iniziale e continua per il reclutamento docenti;
- percorsi sicuri per chi vuole insegnare;
- definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità di formazione dei docenti durante tutto il loro percorso lavorativo.
- concorsi annuali per reclutare in modo costante e continuo il personale e dare da subito la possibilità ai più giovani.
La formazione iniziale e l’abilitazione
Vengono definite le modalità di formazione iniziale, abilitazione e accesso all’insegnamento nella scuola secondaria. Si tratta di:
- un percorso universitario abilitante, corrispondente a 60 crediti formativi, con prova finale;
- un concorso pubblico nazionale con frequenza annuale;
- un periodo di prova in servizio di un anno con valutazione conclusiva.
Il percorso di formazione abilitante si potrà svolgere dopo la laurea oppure durante il percorso formativo in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo.
È previsto anche un periodo di tirocinio nelle scuole e nella prova finale sarà compresa una simulazione di lezione per aver modo di testare, non solo le conoscenze del candidato, ma anche le sue capacità di esporre e la sua attitudine per l’insegnamento.
Al termine di questo percorso ci sarà l’abilitazione che darà l’accesso ai concorsi. Questi ultimi d’ora in poi avranno cadenza annuale per poter riempire le cattedre vuote e poter in qualche modo velocizzare l’immissione in ruolo degli aspiranti insegnanti.
I vincitori del concorso saranno assunti per un periodo di prova di un anno, che si concluderà con la valutazione volta ad accertare le competenze didattiche del candidato. Nel caso di esito positivo, ci sarà la tanto attesa immissione in ruolo.
In via del tutto transitoria, per coloro che insegnano già da tre anni nella scuola statale è previsto l’accesso diretto al concorso. I vincitori dovranno conseguire 30 crediti universitari e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Durante la fase di transizione, coloro i quali non hanno un percorso di almeno tre anni di docenza alle spalle, ma vogliono insegnare, potranno conseguire i primi 30 crediti, con tirocinio incluso, per poter accedere al concorso. I vincitori completeranno i restanti 30 crediti e faranno la prova di abilitazione in modo da poter passare di ruolo.
La formazione continua e la Scuola di Alta Formazione
La formazione in servizio dei docenti diventa continua e strutturata per poter favorire l’innovazione dei modelli didattici, soprattutto alla luce dell’esperienza maturata durante l’emergenza sanitaria e in linea con gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La formazione sulle competenze digitali sarà formazione obbligatoria per tutti e si svolgerà nell’ambito lavorativo.
Viene introdotto, inoltre, un sistema di aggiornamento e formazione con una pianificazione su base triennale che permetterà agli insegnanti di poter acquisire conoscenze e competenze per progettare la didattica con strumenti e metodi innovativi. Questa formazione potrà essere retribuita in orario non lavorativo, e in caso di esito positivo, i percorsi svolti, porteranno ad un incentivo salariale.
Con la riforma viene istituita la Scuola di Alta Formazione che avrà il compito di definire i percorsi di formazione, di adottare specifiche linee di indirizzo in materia e anche di accreditare e verificare le strutture che dovranno erogare i corsi, per poter garantire la massima qualità. La scuola si occuperà anche dei percorsi di formazione di dirigenti e personale ausiliario, tecnico e amministrativo.