Dilemma delle supplenze 2023-2024: una tempesta perfetta nell’istruzione italiana. Il nuovo anno scolastico segna un inquietante crepuscolo per il mondo scolastico. Oltre 30.000 seggiole professorali sono desolate, provocando un vero e proprio terremoto. Nonostante l’esistenza di posti vacanti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha, infatto, rivelato in maniera sconcertante che un terzo di questi posti resterà deserto, consegnato alla precarietà delle supplenze.
Il MIM, apparentemente impotente di fronte a questa situazione, non è riuscito a garantire un’adeguata occupazione di queste posizioni. Nonostante gli 81.000 posti resi disponibili dopo i trasferimenti di maggio, solo 50.000 hanno ricevuto l’approvazione per le assunzioni.
Questo implica una devastante realtà: una cattedra su tre sarà riservata alle supplenze.
Supplenze 2023-2024: circa 30mila cattedre vuote
Questa situazione ha alimentato un’agitazione tra le organizzazioni sindacali del settore scolastico. Portando ad una richiesta di un nuovo metodo di reclutamento, un “doppio canale” che tenga in considerazione sia i lavoratori precari che i vincitori del concorso.
Secondo le stime sindacali, a settembre le istituzioni locali dovranno assegnare tra i 200.000 e i 240.000 supplenti. Tuttavia, molte cattedre resteranno senza personale. Portando i presidi in una lotta disperata per trovare i pochi supplenti disponibili per materie in cui la mancanza di candidati è allarmante.
Supplenze 2023-2024: la mancanza di docenti
Le graduatorie dei concorsi mostrano un lieve miglioramento, ma sono spesso esaurite o includono solo pochi vincitori in attesa di assunzione. Discipline come la musica e le lingue straniere (inglese e francese) sono particolarmente afflitte dalla carenza di docenti.
A livello superiore, l’assenza di ingegneri e informatici si avverte nelle materie come l’elettronica, la meccanica, l’informatica e le tecnologie nautiche. Il settore privato offre opportunità più allettanti, spingendo i giovani laureati a valutare alternative al di fuori del sistema scolastico.
Allo stesso tempo, la mancanza di docenti si fa sentire a livelli più alti, soprattutto nelle materie scientifiche come matematica e fisica. Licei, istituti tecnici e professionali avrebbero bisogno di quasi 4.000 insegnanti per il prossimo anno accademico, ma le liste dei supplenti contano meno di venti aspiranti.
L’appello dei Sindacati
Di fronte alle insidie dell’assegnazione delle supplenze per il 2023-2024, le richieste sindacali sono concentrate su un rivoluzionario sistema di reclutamento. Propongono l’assunzione dei docenti già presenti nelle GPS (Graduatorie provinciali per le supplenze) e di quelli che hanno già completato 3 anni di servizio.
Nonostante la disponibilità di lavoratori precari, l’unico adattamento fino ad ora approvato riguarda i docenti specializzati nel sostegno. Per le altre posizioni, le GaE saranno utilizzate solo come soluzione temporanea, rimandando la qualificazione all’insegnamento a fine anno.
Ecco perché i sindacati chiedono da tempo un nuovo “doppio canale” di reclutamento, ma la riforma del reclutamento del 2022 ha complicato ulteriormente la situazione. Formare nuovi docenti richiede tempo, rallentando l’assunzione e facendo aumentare i precari anno dopo anno.
Per diventare insegnante è, infatti, necessario completare un corso universitario di 60 CFU e partecipare a un concorso, seguito da un anno di prova.
Questo processo impiegherà anni per produrre nuovi insegnanti pronti all’assunzione, rendendo indispensabili soluzioni temporanee e il ricorso ai precari che continua a crescere anno dopo anno.