La dispersione scolastica: dati e cause

Sono ancora in molti, purtroppo, a non comprendere l’importanza della scuola e dell’istruzione. Troppo spesso, infatti, gli studenti universitari vengono derisi e apostrofati come nullafacenti. In diverse famiglie, inoltre, non si ha la tendenza a stimolare la voglia di conoscenza nei propri figli.

In un Paese in cui chi studia troppe volte viene descritto come un privilegiato, non deve stupire che sia ancora così diffusa la dispersione scolastica. Questa dicitura si rifà a tutti quei comportamenti che allontanano in maniera ingiustificata gli alunni dal proprio dovere: studiare.

 

I dati della dispersione scolastica

Il fenomeno della dispersione scolastica inizia sfortunatamente in età precoce. Sin dalle scuole secondarie di I grado, infatti, si può notare tale fenomeno. Dal sondaggio dell’Istat dell’8 ottobre 2021 emerge una situazione assai grave.

Sono in molti a credere che i laureati italiani siano in esubero, ma la realtà è decisamente differente. In Italia, infatti, solo il 20,1% della popolazione possiede una laurea. Un dato che ci allontana di molto dal resto della cittadinanza europea dove la quota raggiunge il 32,8%.

Il divario, poi, è ancora più ampio tra Nord e Sud. Nel Settentrione del nostro Paese, infatti, la quota si attesta al 21,3%, mentre nel Mezzogiorno è di solo 16,2%.

Anche per i diplomati la questione non sembra affatto migliorare. In Italia ad avere tale titolo è il 62,9% della popolazione contro il 79% dei cittadini dell’Unione Europea.

 

Da cosa è causata la dispersione scolastica

Le cause che portano a tale fenomeno sono diverse. La famiglia e il luogo di provenienza sono spesso tra quelle primarie. La mancata comprensione dell’importanza dell’istruzione da parte del nucleo di origine è solo uno dei molteplici motivi.

La povertà, il territorio di provenienza e le differenze culturali rientrano a pieno titolo tra le motivazioni che portano alla dispersione scolastica. Anche la presenza di bulli nella propria scuola può far scaturire un abbandono dell’istruzione.

Nel nostro Paese, quindi, sono ancora in troppi ad avere solo la licenza media. Ciò, inevitabilmente, porterà a un divario sociale più ampio. Minori titoli, infatti, vogliono dire minori opportunità di trovare il lavoro adeguato alle proprie esigenze.

Nel 2020, i giovani che hanno abbandonato gli studi hanno raggiunto la quota del 13,1% per un numero di ben 543.000 studenti. I giovani del Mezzogiorno sono tra coloro che tralasciano di più l’istruzione secondaria e il divario cresce ancora di più con gli stranieri.

I cittadini non italiani, infatti, abbandonano la scuola tre volte in più rispetto ai loro coetanei italiani toccando la vetta del 35,4%.

La famiglia di provenienza, quindi, risulta essere ancora uno degli elementi fondanti della dispersione scolastica. Laddove il livello di istruzione dei propri genitori si rivela essere basso, infatti, è più facile che i giovani non trovino le giuste motivazioni per continuare gli studi. Il contesto socio-economico, poi, fa il resto.

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