Riforma scuola: scioperi in vista

La riforma della scuola proposta dal Ministro dell’Istruzione Bianchi e la sua uscita in Gazzetta Ufficiale ha generato polemiche da ogni parte. Il suggerimento di incrementare ulteriormente il percorso formativo degli insegnanti con 60 CFU in più ha reso gli animi davvero tesi.

Sin dalla presentazione della bozza di tale riforma vi

 

erano stati malcontenti che, però, il Ministro ha deciso deliberatamente di ignorare. Per questo motivo, dunque, docenti e sindacati si sono messi sul piede di guerra e hanno già iniziato una serie di scioperi. Lo scopo è quello di ottenere la modifica del provvedimento.

 

La scelta del Ministro dell’Istruzione

Quello che si prospetta innanzi ai professionisti della scuola sono una serie di cambiamenti non graditi dai più. Il Ministro Bianchi ha più volte precisato che il calo demografico del nostro Paese avrà delle ripercussioni importanti.

Meno alunni e, di conseguenza, meno insegnanti. Questi ultimi, però, dovranno essere molto più preparati rispetto alla classe docente attuale. In tale ottica si inseriscono i 60 CFU in più da aggiungere al normale percorso di laurea e, soprattutto, il taglio di 9.600 cattedre nei prossimi anni.

Questo, infatti, è quanto riportato all’interno del Decreto-Legge 30 aprile 2022, n. 36, CAPO VIII, articoli 44/47. Tutte queste scelte, però, sono state prese in maniera del tutto autonoma dai rappresentanti politici in carica, senza tenere conto delle idee dei lavoratori e dei loro sindacati.

All’interno del D.L. infatti, si può leggere che «l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado si consegue a seguito dello svolgimento del percorso universitario e accademico di formazione iniziale di almeno 60 crediti formativi universitari o accademici e del superamento della prova finale del suddetto percorso secondo le modalità di cui al comma 5 dell’articolo 2-bis».

 

La rabbia dei sindacati

La reazione dei sindacati non si è fatta attendere. Questi ultimi sono sicuri che non vi sarà una marcia indietro rispetto alle decisioni prese. Proprio per questo motivo hanno cominciato già a mobilitare la classe insegnante che rappresentano.

I delegati di Flc Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal, GILDA Unams e ANIEF sono pronti a incontrarsi per decidere in merito. Intanto, già lo scorso 6 maggio c’è stata la prima manifestazione organizzata da ANIEF.

E proprio il leader di Anief, Marcello Pacifico, ha affermato che il percorso formativo di un anno proposto dal Ministro Bianchi non farà altro che allontanare i giovani dal mondo scuola. Come si è già visto in precedenza, infatti, sarebbe un periodo di studi ulteriore da aggiungere al normale percorso di laurea.

Sono contestati, inoltre, il taglio delle cattedre previsto per i prossimi anni e il ridimensionamento delle somme destinate alla Carta del Docente.

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