Aggiornamento GPS, anche il Consiglio di Stato boccia il provvedimento

Dopo le varie criticità evidenziate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), arriva un’altra bocciatura per la bozza dell’ordinanza ministeriale relativa alle GPS 2022. L’ennesima. Non c’è davvero pace per il testo chiamato a disciplinare le procedure per la presentazione delle istanze di inserimento/aggiornamento/trasferimento

nell’ambito delle Graduatorie provinciali per le supplenze valide per il prossimo biennio. 

 

Nuova bocciatura

Anche il Consiglio di Stato (CdS) ha, infatti, detto no al provvedimento, invitando il Ministero dell’Istruzione a “correggere” la bozza prima della pubblicazione. Un nuovo slittamento dei tempi, quindi? Non è affatto escluso. E appare sempre più difficile, a questo punto, che il testo definitivo del provvedimento possa arrivare entro questa settimana. La finestra temporale per la presentazione delle relative istanze potrebbe, pertanto, essere ulteriormente posticipata. Al 16 maggio, se non addirittura al 23 maggio. Con circa un mese di ritardo, quindi, rispetto ai tempi inizialmente previsti dal Ministero. Poco probabile, tra l’altro, che il Ministero tiri dritto ignorando l’invito a revisionare le regole previste dalla bozza dell’ordinanza avanzato dall’organo giurisdizionale di rilievo costituzionale.  

 

Le criticità rilevate dal CdS 

 

Le sanzioni della discordia

Esattamente come avevano già fatto le organizzazioni sindacali e il CSPI, anche il Consiglio di Stato punta il dito contro l’inasprimento delle sanzioni per i docenti che rifiutano una supplenza o abbandonano il servizio. Sanzioni che, secondo il parere del CdS, sono assolutamente esagerate e, quindi, da rivedere. Risultando, al momento, penalizzanti oltre misura. 

 

Punteggio 

Da modificare anche le modalità relative al punteggio assegnato. Il CdS suggerisce, infatti, di effettuare i controlli e le verifiche in maniera preventiva e non, piuttosto, solo dopo l’approvazione delle graduatorie stesse.

 

Le sedi  

Anche quello relativo alla scelta delle sedi è un punto piuttosto controverso. In questo caso, il CdS precisa che gli aspiranti docenti che si iscrivono nelle GPS hanno il diritto di conoscere le sedi eventualmente disponibili prima di presentare la relativa istanza. 

 

Sostegno

Il Consiglio di Stato ha insistito anche sulla collocazione in seconda fascia Sostegno per i candidati con 3 anni di servizio. In particolare, l’invito rivolto al Ministero è quello di eliminare l’impossibilità, per gli aspiranti docenti, di calcolare anche l’anno in corso. L’obbligo di conseguire tale requisito entro l’anno scolastico precedente è, a parere del CdS, fortemente penalizzante e, soprattutto, comporterà inevitabilmente l’esclusione dalle GPS di numerosi aspiranti. 

 

Dichiarazioni mendaci

Altra criticità evidenziata è quella relativa alle dichiarazioni non corrispondenti a verità. Il CdS ritiene, infatti, che la bozza dell’ordinanza ministeriale non chiarisca a sufficienza tale concetto. Non essendo ben definita nel testo la distinzione tra mendacio doloso e inesattezza colpevole, risulta difficile capire quando si procederà alla “rettifica” piuttosto che alla “esclusione”.   

 

Tabelle di valutazione dei titoli di accesso

Lo stesso problema di mancanza di chiarezza è stato rilevato dal CdS anche in merito alle tabelle di valutazione dei titoli. Viene, pertanto, suggerito al Ministero di esplicitare meglio il contenuto delle stesse al fine di evitare confusione e/o errori nella compilazione dell’istanza. Sotto accusa, in particolare, la scelta di non includere le tabelle in questione all’interno dell’ordinanza, optando piuttosto per altri provvedimenti di non natura non regolamentare.  

 

Procedura informatica

La procedura informatica per l’assegnazione delle supplenze va eliminata dal testo dell’ordinanza ministeriale relativa all’aggiornamento delle GPS. Il CdS suggerisce, infatti, di inserirla in altri provvedimenti eventualmente più adatti a recepire le innovazioni tecnologiche che si registrano nel corso degli anni. Cristallizzare la procedura telematica all’interno di un’ordinanza non ha, secondo il Consiglio di Stato, alcun senso. 

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