Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è in fermento da diverse prospettive. Un chiaro segnale di ciò deriva dalla discussione in corso riguardo ai sindacati e alla riforma degli istituti tecnici.
Tale argomento non riguarda esclusivamente i futuri insegnanti, ma coinvolge un ampio spettro di attori. Attraverso un comunicato ufficiale, infatti, CGIL e FLC esprimono la loro opposizione nei confronti della proposta di riforma istituti tecnici e professionali.
Queste istituzioni, che fanno parte della scuola secondaria di II grado, si distinguono per il loro approccio didattico. Esso è meno incentrato sulla nozione e più orientato alla preparazione professionale degli studenti.
A differenza dei licei, gli istituti tecnici offrono un modello educativo che mira a fornire competenze pratiche. Sono rivolte a coloro che intendono entrare nel mondo del lavoro subito dopo aver conseguito il diploma.
Tuttavia, la proposta di riforma avanzata dal Ministro Valditara non trova il favore dei sindacati. Ciò ha creato un dibattito acceso in merito.
I sindacati dicono no alla riforma degli istituti tecnici
Giorno 7 novembre 2023 sono state riportate le posizioni dei sindacati riguardo alla proposta di riforma degli istituti tecnici del Ministro Giuseppe Valditara.
CGIL e FLC hanno preso visione della bozza del decreto relativa a tale riforma. La stessa si basa sull’articolo 26 del Decreto-Legge n. 144 del 23 settembre 2022, intitolato “misure per la riforma degli istituti tecnici”.
Le dichiarazioni espresse dai rappresentanti sindacali riguardo a questa proposta sono le seguenti:
«Non possiamo fare a meno di chiederci se davvero il Ministero dell’Istruzione e del Merito abbia a cuore il confronto con le organizzazioni sindacali e la società civile oppure pensi che l’interlocuzione con i corpi intermedi del settore sia un adempimento burocratico, una seccatura da evadere perché così è la noiosa prassi per la costruzione delle leggi della Repubblica».
Espressioni decise che evidenziano perplessità riguardo alle proposte del MIM. I sindacati esaminati ritengono che la riforma richieda interventi significativi su vari fronti.
Qui sono compresi programmi di istruzione tecnica, ore di insegnamento, nonché il profilo educativo e professionale correlato (PECu.P.).
Si affrontano una serie di temi complessi che non possono essere affrontati con leggerezza. Inoltre, i sindacati sottolineano che nell’attuale contesto, le dinamiche produttive della società si basano sulla conoscenza e sull’intelligenza artificiale.
Il tutto richiede individui altamente adattabili alle evoluzioni scientifiche e tecnologiche in corso. Tuttavia, il MIM sembra seguire una direzione opposta, adottando una prospettiva limitata e riduttiva dello sviluppo sia a livello produttivo che sociale.
Questo solleva la necessità di un confronto tra le parti coinvolte per affrontare tali questioni in modo più approfondito.
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
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